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"Se i personaggi recitano la vita": una riflessione sull'ultimo libro di Maria Luisa Melo

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Sabato 8 aprile, in uno spazio riservato di El Barrio Café situato nello storico Palazzo Romani, è stato presentato il libro di Maria Luisa Melo Stasera non si recita a soggetto. 

di Dionisio Talìa


VELLETRI - La sala, dalla austera ma calda volta a crociera, ha accolto un pubblico numeroso e ‘partecipante’. Merito dell’idea della stessa autrice e di Pasquale Larotonda, autore anche della concisa e centrata prefazione, che sono entrati subito nel vivo del tema, recitando, quasi a sorpresa, l’incipit dell’opera per poi lasciare con naturalezza che la curiosità dei presenti mettesse in scena un dialogo ed uno scambio di idee e sensazioni: tra il pubblico e l’autrice, e il relatore, e tra il pubblico stesso.
Ognuno ha trovato un angolo di sé nei temi che sono emersi ed il pomeriggio è stato piacevole e gratificante, come non sempre accade in questi casi. “Il testo di Maria Luisa Melo, memorialistico, evocativo, a tratti onirico e surreale, ci conduce in un viaggio alla scoperta degli elementi fondanti la nostra stessa esistenza con una voce nuova, nel modo in cui non siamo abituati ad affrontare: attraverso il dialogo diretto. Infatti questi elementi, il silenzio, la solitudine, la morte, il dolore, la musica, la danza, la poesia, la mente e l’anima, diventano veri e propri personaggi che … si presentano alla poetessa e al pubblico di un teatro immaginario …”. Così Pasquale Larotonda nella ricordata prefazione, nella quale accenna pure ad un excursus poetico e biografico affrontato anche con ironia. E tutto questo in effetti ritroviamo nel libro, che è denso di spunti e risvolti umani e filosofici, con la capacità di agganciare il privato all’universale (che vale dunque per il dolore “connesso alla nostra stessa materialità”, per la morte affrontata in difesa dei principi di libertà, per la danza “nei … passi, piroette, giri e salti quotidiani …” e così via) e di ‘incarnare’ i personaggi ‘astratti’ nelle persone reali, a partire dal geniale John Cage, con riferimento al Silenzio, per arrivare a Schopenhauer, per il Dolore, passando per Maria Fux, Isadora Duncan e Martha Graham, per la Danza, e così di seguito. Nell’opera si riverbera tutta la personalità della Melo, nata in Argentina e costretta dai tragici eventi politici a portare in giro per il mondo libero la sua sensibilità e cultura (proviene da una famiglia di docenti universitari ed essa stessa ha insegnato discipline giuridiche). Nello specifico occorre poi dire che il testo è strutturato realmente come una commedia, con indicazioni di regia che riguardano scene, costumi, addirittura l’aspetto fisico degli attori, le musiche ecc. Il fatto poi che il libro, che è reperibile presso la “Libreria Numero 6” di Roberto Zaccagnini, sia stato prodotto a cura della stessa autrice lo rende del tutto particolare. La mancata assistenza di un editor diviene un pregio: reiterazioni di punteggiatura, sottolineature con l’uso di maiuscole e, alle volte, una impostazione quasi a calligramma, qualche ‘refuso’ più o meno intenzionale sui plurali (mentre i congiuntivi sono curati) danno il senso della libertà poetica-artigianale e di un particolare slancio emotivo. Siamo nel filone della piccola botte e del vino buono.

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