Il 20% come base di partenza per cambiare il PD e costruire il centrosinistra. Anche a Velletri si è aperto il congresso del Partito democratico che porterà all’elezione del nuovo segretario nazionale.
Comunicato stampa a cura del Comitato Velletri per Orlando
VELLETRI - Domenica 26 marzo si è svolta, infatti, la convenzione di circolo e gli iscritti al Pd veliterno sono stati chiamati ad esprimersi sulle linee programmatiche presentate a sostegno dei tre candidati alla carica di segretario nazionale.
“Unire l’Italia, unire il Pd” è lo slogan scelto da Andrea Orlando, che a Velletri ha conquistato il 20% dei consensi. Un risultato importante, che costituisce un ottimo punto di partenza in vista delle primarie del prossimo 30 aprile, aperte alla partecipazione anche dei simpatizzanti e degli elettori. La candidatura di Andrea Orlando rappresenta oggi un’opportunità per costruire un Partito democratico diverso rispetto a quello di questi ultimi anni, un Partito in grado innanzitutto di unire un Paese e ridurre quelle distanze economiche, sociali e culturali che lo affliggono. Oggi la divisione e la disuguaglianza sono le nuove questioni democratiche: le crepe su cui si accumulano tensioni pronte ad esplodere. Il referendum del 4 dicembre scorso ci ha sbattuto in faccia la radiografia di quelle divisioni: non si può immaginare il futuro del Pd senza prendere sul serio quei risultati che ci dicono che nelle periferie il No ha toccato il 70% e tra i giovani addirittura il 90%, spazzando via la riforma costituzionale del governo più giovane della storia italiana. Una bocciatura politica netta e senza attenuanti, per tutti, aggravata dal fatto di aver inevitabilmente alimentato una spaccatura profonda del Paese che, invece, un partito di sinistra, dinanzi a quella che è la crisi più drammatica dal Dopoguerra, dovrebbe innanzitutto unire. Ed ecco perché la sfida è inevitabilmente anche quella di cambiare il Partito. Il 30 aprile, infatti, si vota per eleggere prima di tutto il segretario del Partito democratico. E il PD che abbiamo in mente noi è un Partito unito sì, ma anche plurale e aperto, in grado di includere, valorizzare e rispettare le differenze di idee che lo compongono. Un partito profondamente europeista, che investa seriamente nella formazione della nuova classe dirigente da consegnare all’Italia e all'Europa, che concentri ogni sforzo nella lotta alle disuguaglianze e che spenda le sue migliori energie per inaugurare una nuova stagione dei diritti, accettando la sfida dell’integrazione per garantire umanità e sicurezza senza distinzioni. La candidatura di Andrea Orlando è la sintesi di un progetto politico chiaro, che vedrà nella conferenza programmatica dei prossimi giorni l’occasione, dal basso, per rendere quel progetto ancora più inclusivo e partecipato, con l’obiettivo comune di cambiare il Pd e di costruire un campo, quello del centrosinistra, che nel Paese e sui territori non si ritagli per scelta un ruolo marginale, ma che al contrario sia in grado di contrastare e sconfiggere la nuova destra, sempre più nazionalista e populista. In questo senso, le positive esperienze amministrative di Giuliano Pisapia a Milano e Nicola Zingaretti alla Regione Lazio rappresentano la stella polare da seguire e non è un caso che entrambi, in queste settimane e anche nelle ultime ore, si siano spesi a sostegno della candidatura di Andrea Orlando a segretario nazionale del PD. D'altronde è evidente che le primarie del 30 aprile rappresentino una svolta cruciale per la politica italiana, nazionale e locale: noi siamo pronti a farci carico di questa sfida e a condurla a viso aperto, in maniera leale, non contro qualcuno, ma per costruire innanzitutto un partito che sappia parlare, spiegare e ascoltare. Tre concetti, non scontati, sui quali ancorare un progetto politico in grado di coinvolgere e conquistare gli elettori. È questa per noi la Politica.