Politica locale, dalla maggioranza parla l'assessore Luca Masi. Scenario politico nazionale, scissione, nascita di Democratici Progressisti, ambiente, e futuro per il governo della città.
VELLETRI - L'Assessore all'Ambiente, alla Pubblica Istruzione, Innovazione Tecnologica, Biblioteche e Musei Civici, traccia un bilancio dell'attività svolta dall'amministrazione esprimendo anche il punto di vista del partito di maggioranza, il PD, riguardo a varie questioni che riguardano sia la politica nazionale che quella locale. Masi non si sottrae ad un'analisi politica di quanto accaduto nella direzione PD, allargando il campo anche a quanto accade nella città di Velletri, e individua in "competenza" e "innovazione" le parole chiave che dovranno essere la guida da seguire per far sì che alle prossime amministrative vinca nuovamente una coalizione di centro-sinistra, da ricomporre con alleanze nel mondo civico, moderato e ovviamente del centro-sinistra stesso. Ecco le risposte che l'assessore ha dato al nostro giornale.
Assessore Luca Masi, a più o meno un anno dalle elezioni comunali lo scenario politico è molto diverso rispetto al 2013, quando la coalizione di centrosinistra si presentò con una serie di liste civiche e partiti a sostegno di Servadio vincendo al primo turno. Su questo ha naturalmente influito anche quanto accaduto sul piano nazionale: come giudica la scissione a cui è andato incontro il PD e le decisioni di personalità importanti come D’Alema e Bersani?
Lo scenario politico dal 2013 è mutato già più volte e muterà ancora prima della scadenza elettorale del 2018. Il Pd sta vivendo una stagione travagliata frutto di errori ma anche di evoluzione rispetto a un progetto politico in divenire che non ha ancora trovato la sintesi giusta nonostante la straordinaria pazienza dei nostri elettori. La perdita di Bersani mi ha addolorato, è stato il Segretario di anni importanti per me e per il Pd di Velletri, spero di incontrarlo ancora nelle assemblee del Pd. Al contrario D’Alema ha dimostrato tutta la sua arroganza, lo ha fatto altre volte, su tutte quando contribuì alla caduta di Romano Prodi condannandoci per anni a subire il centro destra che gettava le spore del populismo che oggi ci sta devastando. Come direbbe lui: “ce ne faremo una ragione”.
Renzi ha perso il Referendum oppure ha ricevuto un messaggio politico dagli italiani, oltre il merito dei quesiti della consultazione popolare del 4 dicembre?
Renzi ha perso il referendum e ricevuto un messaggio dagli italiani! Confido che la lezione sia stata utile per la sua maturazione politica di leader indispensabile per il Paese e per il partito. La strada intrapresa successivamente al 4 dicembre appare quella giusta, la sua leadership è un valore che va però sostenuto. Fatto il leader adesso è tempo di fare il partito, autentico e attuale: una comunità di donne e uomini che si riconoscono nei valori della sinistra, del cattolicesimo democratico, del socialismo e del liberalismo, anime che solo nel Pd possono trovare una sintesi costruttiva per il bene del Paese.
Secondo lei, è ancora l’ex Sindaco di Firenze il futuro del PD (e di un eventuale governo nazionale) oppure la palla potrebbe passare ad altri (Emiliano, ad esempio, sta riscuotendo più di qualche consenso)?
È senza dubbio Renzi il presente e il futuro prossimo del Pd, sarà segretario dopo la consultazione popolare dalla quale però emergeranno anche altre figure in grado di bilanciare il potere, elemento fondamentale per la ripesa del partito. Voto Renzi e spero che Orlano abbia un buon risultato. Emiliano mi piace poco, mostra incoerenza, la stessa di quando raccontò di aver custodito 10 casse di spigole nella vasca da bagno.
A livello locale la scissione si è materializzata ufficialmente? E’ nato un gruppo consiliare che abbraccia gli ‘scissionisti’? E questo influirà sul lavoro della maggioranza?
"Scissionista"è una parola inadeguata a rappresentare la scelta di chi ha deciso di lasciare il partito cercando altrove una nuova motivazione. Il nuovo gruppo sarà parte integrante della maggioranza e collaboreremo nel comune intento di completare il programma elettorale. Cambiando i ruoli si avvierà una fase nuova e si aprirà una dialettica più politica che amministrativa, dovrebbe essere un bene per tutti. Il Pd continuerà a fare la sua parte e si aprirà al confronto costruttivo con i consiglieri confluiti in Mdp e con gli altri di maggioranza.
L’incontro del “Teatro Tognazzi” con Bianca Berlinguer e Roberto Speranza, quest’ultimo anti-renziano per eccellenza, ha rappresentato a suo avviso - oltre che un momento di dibattito e confronto – anche una specie di riunione di chi, interno o esterno al PD, vuole costruire un’alternativa di centro-sinistra in città oppure no?
La folta platea che ha assistito al convegno lo ha fatto sotto la bandiera del Pd, non c’è controprova ma credo che sotto un’altra bandiera le poltrone vuote sarebbero molte. Tuttavia non è importante tracciare una linea ma avanzare proposte in grado di coinvolgere i cittadini. Il Pd rinnoverà il suo impegno a partire dal congresso, atto supremo di democrazia interna, gli altri dovranno dimostrare di farlo andando oltre i proclami ideologici. Credo che Renzi abbia esagerato nel definirli “nostalgici dal pugno chiuso e da bandiera rossa” però ora serve costruire un percorso nuovo, attediamo di vederlo.
Sul piano culturale, lei ha ereditato parte delle deleghe dell’ormai ex assessore Ilaria Usai: si è scatenata una grande polemica sulla revoca dell’incarico all’assessore alla Cultura, qual è la posizione ufficiale dell’amministrazione dal punto di vista politico sulla decisione del Sindaco?
La posizione ufficiale l’ha espressa il Sindaco con la lettera di revoca mentre quella politica è stata interpretata da diversi attori. Buon ultimo Gianni Cerini con il suo cervellotico manifesto che prende le difese all’ex assessore, ovvero dal Pdl e di Forza Italia. Questo solo per dimostrare che le strumentalizzazioni sono arrivate da ogni angolo politico ma nel merito non mi pare ci siano entrati in molti. Per il mio lavoro sulle deleghe che mi ha assegnato il Sindaco sulla gestione della Biblioteca e del Fondo antico farò del mio meglio in collaborazione con la struttura tecnica che funziona bene grazie al lavoro qualificato del personale comunale.
E la Fondazione Cultura con la nomina del direttore artistico e gli incontri con le associazioni sta lavorando bene e gettando buone basi per il futuro? Come giudicate, da amministratori di una Giunta che ha promosso quell’Ente, l’avvio del lavoro e i contatti instaurati con le realtà territoriali?
Chi ben incomincia è a metà dell’opera, e mi pare che Claudio Micheli abbiamo messo il piede giusto nel lungo sentiero che porta alla qualificazione della cultura a Velletri. Un settore delicato nel quale molte “prime donne” hanno cercato di dettare l’agenda culturale partendo dal presupposto che solo loro erano bravi e gli altri incapaci. Un paradigma che Micheli sta rompendo riportando ognuno al suo ruolo, quello della politica, in particolare, di svolgere una funzione di programmazione e d’indirizzo. Di certo non andrò a fare letture in biblioteca ma mi adopererò per organizzare incontri, presentazioni ed eventi aperti alla più ampia partecipazione.
A livello ambientale state lavorando con l’installazione di nuovi cestini e con il perfezionamento della differenziata. Eppure la Volsca, molto presente anche sui social in risposta a segnalazioni e lamentele, è stata al centro di numerosi articoli di giornale che di fondo criticano la vostra gestione. Se dovesse tracciare un bilancio di quanto fatto in campo ambientale, come sintetizzerebbe e come giudica gli attacchi ricevuti?
Oltre le chiacchiere di Trivelloni e del Patto popolare ci sono i numeri, quelli veri fatti di percentuali di differenziata sopra il 70%, di bilanci positivi per la società e di lavoro. Il tentativo becero di gettare la Volsca nel tritacarne delle polemiche si sta sciogliendo come neve al sole perché la società è solida, ben amministrata e con risultati economici e di gestione lusinghieri. Vorrei ricordare ai “paladini di oggi” che quando hanno amministrato loro la differenziata non esisteva, l’azienda l’hanno fatta fallire e stavano per realizzare una mega discarica. Stiamo lavorando per ridurre la tassa concentrandoci sulle attività commerciali che stanno vivendo una stagione drammatica. Stiamo stimando i costi per il 2017 ma da una prima previsione avremo una riduzione grazie anche alla collaborazione con tutti i cittadini che stanno facendo bene nella raccolta differenziata. Insistono ancora comportamenti scorretti di abbandono che perseguiremo con una campagna capillare di controllo anche con l’ausilio di telecamere mobili.
Quali sono i progetti che Luca Masi, come assessore con le deleghe a lui riservate, e che l’amministrazione Servadio in generale intendono portare a termine poiché prioritari entro la scadenza naturale del mandato, nel 2018?
Ridurre la tassa dei rifiuti in modo strutturale, una prima parte con il bilancio del 2017 per poi arrivare un assestamento nel 2018. Aumentare ancora la differenziata passando alla fase successiva di una qualificazione della raccolta e di un’accresciuta consapevolezza a tutti i livelli. Avviare una programmazione pluriennale dei plessi scolastici in funzione delle mutate condizione demografiche e dello sviluppo urbano. Credo sia opportuno avviare una grande conferenza sulla scuola in grado di raccogliere le indicazioni di tutti a partire da quelle delle famiglie. Ulteriori investimenti per lo sviluppo della Smart City, a giorni collegheremo tutti gli uffici pubblici in fibra ottica e potenzieremo gli Hot Spot. Sulla sicurezza urbana confido nel nuovo decreto che ci consentirà di essere più incisivi nel contrasto al degrado, all’abusivismo commerciale e alla delinquenza.
Penultima domanda sul toto-nomi, che già da tempo impegna il dibattito politico: tolto Giorgio Greci, che si propone come candidato civico e trasversale, e Felci, che in una recente intervista ha ribadito che Casapound andrà da sola alle elezioni, non ci sono altri candidati sindaci ufficiali. E’ facile desumere anche che il Movimento Cinque Stelle avrà un proprio candidato. A parte queste tre realtà, pensa che dopo la scissione interna al PD e al netto delle varie forze che compongono l’attuale maggioranza consiliare, i democratici (e il centrosinistra in generale) cercheranno un nome di sintesi oppure passeranno tramite le primarie?
Come nel gioco dell’oca ritorno alla prima domanda, dunque prevedo che ci saranno ancora cambiamenti. Le primarie restano uno strumento valido al quale guardiamo con interesse senza tuttavia escludere nessuna possibilità. Il Pd avrà l’onore e il dovere di esprimere un candidato autorevole e vincente e lo farà. Fa sorridere tuttavia immaginare Greci come “candidato trasversale”, mi pare ben sostenuto da esponenti di destra ed ex politici che certo non rappresentano una novità; le posizioni populiste e vicine a Salvini lo rendono comunque un candidato politico ben riconoscibile.
Oltre i sondaggi, la partita è aperta: su quali punti nevralgici e programmatici deve battere il centrosinistra per confermarsi alla guida della città? E avrà bisogno di fare alleanze con altre liste (di sinistra piuttosto che civiche)?
Sulle alleanze la partita è ovviamente aperta, guardiamo al campo del centro sinistra e a quello civico e moderato nel solco dell’esperienza che ci ha consentito di governare già per due consigliature. Sul programma direi che le due parole chiave dovranno essere “competenza” e “innovazione”.