Negli ultimi giorni di questo agosto infuocato infuria anche una polemica che riguarda una delle attività preferite di molti abitanti delle campagne veliterne e non solo. Si parla di caccia e in particolare di un decreto firmato dal presidente della regione Lazio e pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Regione dell’11 agosto scorso che autorizza la preapertura della stagione di caccia nelle date del 2 e del 6 settembre.
Non ci stanno gli onorevoli Zaratti e De Petris di Sel che hanno inoltrato un’interpellanza alla Camera e al Senato rivolta ai ministri Martina e Galletti, titolari rispettivamente dei dicasteri di politiche agricole e forestali e dell’ambiente nella quale si legge: “Chiediamo ai ministri Martina e Galletti di verificare se il decreto del presidente della Regione Lazio n. 64 pubblicato sul Burl dell’11 agosto scorso, con il quale è stato autorizzato la preapertura della caccia il 2 e il 6 settembre, viola le disposizioni dell’art.18 comma 2 della legge n.157/72 e di disporre le eventuali azioni in merito”.
La preapertura della stagione venatoria confliggerebbe infatti con le precedenti disposizioni che l’amministrazione regionale stessa ha espresso in materia: “L’apertura anticipata della stagione venatoria determina, di fatto, il superamento dell’arco temporale massimo previsto dalla legge. E’ stata proprio la Regione Lazio all’atto della redazione del calendario venatorio 2015-2016 a disporre che per le specie cornacchia grigia, gazza e ghiandaia la caccia non potesse avvenire prima del 1 ottobre. Infatti l’Ispra nel rendere il parere sulla proposta di estensione della stagione venatoria dal 1 al 10 febbraio 2016 per queste specie, avanzata dall’Amministrazione regionale, lo aveva espressamente vincolato al rispetto del periodo temporale massimo. Il provvedimento di preapertura del Presidente Zingaretti, che riguarda proprio queste specie, viola palesemente la norma nazionale e la direttiva comunitaria sulla protezione degli uccelli”. In chiusura dell’interpellanza i due esponenti di Sel non risparmiano dure parole contro la caccia, considerate anche le peculiari caratteristiche della stagione appena trascorsa che non hanno messo in difficoltà solamente noi esseri umani: “L’estate 2015 è la più calda degli ultimi 136 anni. Perdurante siccità e temperature elevate hanno determinato un evidente fattore di stress per molti ecosistemi e fonte, nel breve e medio periodo, di effetti negativi sulla dinamica delle popolazioni di molte specie. Uno scenario che dovrebbe suggerire una drastica riduzione della stagione venatoria, nell’interesse primario della protezione degli animali. Invece si continua nella perversa consuetudine della deroga, unicamente per soddisfare le lobby trasversali delle doppiette”. Insomma una dura critica delle attività venatorie in generale e delle ‘lobbies’ che parrebbero controllarle. Al di là delle discussioni che simili argomenti possono suscitare e che per sua natura dividono le persone tra chi è assolutamente favorevole e chi totalmente contrario (sfociando molto spesso in polemiche sterili che non portano da nessuna parte) vorrei solamente aggiungere che a mio parere la pubblica amministrazione dovrebbe preoccuparsi in primis della tutela del territorio e delle specie che lo abitano e solo successivamente regolare ogni tipo di attività ad esso correlate e soprattutto quelle venatorie che sul territorio incidono in maniera così diretta. Aspettiamo e auspichiamo una risposta dei ministri per vedere come evolverà la situazione.
Simone Giulitti