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Il ricordo di Camilo Torres, il prete-professore che cambiò il modo di interpretare la Chiesa

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Vorremmo ricordare, oggi, seppur tardivamente, ad oltre mezzo secolo dalla sua morte, una figura particolare di religioso, il sacerdote-guerrigliero Camilo Torres, simbolo di una chiesa popolare. 

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
Circolo di Velletri


Camilo Torres, come l’altro Camilo (Cienfuegos), come il Che e molti altri eroi latinoamericani sono stati lungimiranti, e se oggi, seppur a fatica, il processo di emancipazione dei popoli latinoamericani si è messo in moto e si sta realizzando, è certamente frutto anche delle loro lotte e del loro sacrificio.
Camilo Torres moriva il 15 febbraio del 1966, 51 anni fa. Era nato a Bogotà, capitale della Colombia, il 3 febbraio del 1929. Laureatosi presso l'Università Nazionale Colombiana, aveva concluso gli studi nella prestigiosa Università di Lovanio, in Belgio, la stessa dove ha studiato l’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa. Tornato al suo paese natale divenne titolare della cattedra di Sociologia presso la stessa Università Colombiana. Teorizzatore della Rivoluzione come unica maniera efficace per realizzare l'amore cristiano nei confronti di oppressi e diseredati, è considerato il precursore di quella che si chiamerà negli anni a seguire Teologia della Liberazione, promosse la riconciliazione tra il marxismo rivoluzionario e il cattolicesimo progressista. Privato della cattedra universitaria a causa delle sue posizioni e per aver chiesto l'esproprio dei beni materiali della Chiesa, nel 1963 entra in clandestinità, pur non rinunciando al sacerdozio e si arruola nelle fila del gruppo guerrigliero dell' ELN Esercito di Liberazione Nazionale, opera nel distretto di Santander, dove il 15 febbraio del 1966, in seguito ad un attacco dell'esercito contro i guerriglieri viene ucciso insieme ad altri due compagni di lotta. La sua morte in battaglia ne fece un mito, ma era già noto agli oppressi del continente per il suo pensiero rivoluzionario. Ecco quanto scrisse a proposito, qualche anno fa, un altro sacerdote, don Vitaliano Della Sala: "Viene dimesso da tutti gli alti incarichi che ricopriva all’Università e destituito dal sacerdozio. Vescovi e sacerdoti non gli perdonano il fatto che egli abbia chiesto l’espropriazione dei beni della stessa Chiesa. Camilo aveva tentato di fondare un ampio movimento educativo nella città. Viene minacciato. Si rifugia nelle campagne. Pensa che solo la guerriglia può veramente cambiare la situazione del popolo. Non è quello che, nell’accezione comune, si definisce un uomo violento. Al contrario, tutti quelli che lo hanno conosciuto lo consideravano una persona pacifica e umile. Ma era come il Mahatma Gandhi, il grande maestro della pace, che diceva di preferire un’azione violenta alla codardia o all’omissione". Il pastore Dietrich Bonhoeffer, teologo tedesco, martire del nazismo, affermava: "Non basta fuggire il male. È necessario combatterlo, o si diventa suoi complici". E attentò alla vita di Hitler dicendo: "Se io fossi su una strada in cui sta giocando un gruppo di bambini e, d’improvviso, vedessi un autobus guidato da un autista assassino venire dritto sui bambini… se avessi la possibilità di tirare una pietra sul parabrezza o porre un ostacolo sulla strada per fargli cambiare direzione e precipitarlo nell’abisso, anche se so che questo ucciderebbe l’autista, non esiterei a farlo per salvare la vita degli innocenti".

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