Si è tenuto presso i locali di BMW Super Auto l’ultimo interessante convegno targato AISPAC, intitolato “La tutela della privacy e il rapporto con la professione forense e il giornalismo: aspetti normativi e deontologici”.
di Giorgia Rossetti
VELLETRI - Ad introdurre e coordinare l’evento è stato l’avvocato Gaetano Parrello, che dopo aver ringraziato l’AISPAC per il lavoro che svolge ha passato la parola a Stefano Bartolini, Segretario dell’Ordine degli Avvocati. Quest’ultimo ha sottolineato come la tematica trattata sia estremamente attuale e come sia essenziale riuscire a comprendere tutti i limiti della tutela della privacy.
A fare gli onori di casa il presidente dell’AISPAC, dottoressa Maria Giulia Turiello, che ribaditi i propositi di base della realtà veliterna che sono quelli di fare formazione e informazione (anche tramite gli stessi convegni) ha accennato al progetto di uno sportello di ascolto a Velletri (Velletri Life ne ha parlato in un articolo dedicato che si può leggere qui). “Nel trattare di violenza spesso, passata la moda di un evento, si dimentica; invece – ha puntualizzato la Turiello - c’è un sommerso che fa paura. È attraverso questo sportello che vogliamo far emergere tutto questo, visto che c’è già chi ci chiede aiuto”. Di grande spessore l’intervento del dottor Marco Guidi, che ha riflettuto sul concetto alla base del convegno e dividendo la privacy in tre tipologie: quella del linguaggio, quella della modalità operativa e quella dei sondaggi. “È dovere del giornalista avere dovere di cronaca, dare al lettore la possibilità di crearsi un pensiero libero e critico. Il giornalista deve fornire una visuale completa – ha sintetizzato Guidi - dare dati tecnici, andare in profondità, utilizzare delle serie storiche per vedere se esiste una corrispondenza con la realtà”. Impossibile, nell’ambito della privacy, non occuparsi di social a partire da quel Facebook che milioni di persone utilizzano quotidianamente anche esponendo le proprie cose personali. Le app sono ancora più pericolose, e spesso mancano di un’informativa della privacy che spesso non viene comunque letta laddove presente. I nostri dati possono essere acquisiti inoltre, anche da aziende non lecite e da hacker. Soprattutto con il sistema di geo localizzazione si è sempre più esposti a controlli e con il tempo perderemo sempre di più la nostra privacy. L’Avvocato Gennaro Maria Amoruso ha preso la parola di seguito e ha esordito dicendo che “sicuramente questo forte impatto delle tecnologie ha modificato le vite professionali, ma a cambiare in fondo è stato solo l’abito con il quale si confezionano gli atti e non il lavoro in sé”. Ha aggiunto che “internet è oggi il centro delle attività economiche e della vita sociale di tutti noi e i social sono strumenti che se da una parte aiutano, dall’altra fanno nascere nuove problematiche con cui il giurista deve confrontarsi”. “Ad oggi- ha proseguito Amoruso - il processo normativo è molto lungo e il giurista non sa bene se adattare vecchie regole a questa nuova realtà o utilizzarne di nuove. Sicuramente la privacy è spesso un totem di cui se ne fa un abuso”. L’avvocato ha proseguito poi il suo discorso parlando del “Diritto all’oblio”. Una svolta importante, in relazione a questi nodi cruciali, si è avuta il 13 Maggio 2016 quando la Corte di Giustizia Europea ha emesso la sentenza “Google Spain” con la quale per la prima volta si è parlato di Diritto all’oblio in riferimento alle attività dei motori di ricerca su Internet. “Il diritto all’oblio che sta a tutela dell’identità personale ovvero al diritto alla rettifica, alla riservatezza, alla reputazione, al nome e all’immagine, nel web, soffre del dinamismo dell’Internet stesso e questo complica di parecchio le cose”, ha concluso Amoruso. L’Avvocato Gaetano Parrello è intervenuto parlando del Freedom of Information Act (FOIA) entrato in vigore il 23 Dicembre 2016. Secondo questo atto, un cittadino avrà libero accesso, gratuitamente, agli atti amministrativi, su qualsiasi cosa voglia venire a conoscenza, anche soltanto per mera curiosità. Qui, come sottolinea Parrello, c’è un vero ribaltamento di prospettiva e la tutela della privacy diventa l’eccezione, con una grandiosa svolta sul tema della trasparenza. Il pomeriggio è proseguito con il redattore di Latina Oggi Francesco Marzoli che ha fatto una riflessione sul lavoro di chi si occupa di informare. “I giornalisti -dichiara Marzoli- vengono spesso additati come i cattivi di turno, quelli che schiaffano notizie qua e là, invece, se tutti applicassimo alla lettera il testo unico dei doveri del giornalista, diventeremmo iper-garantisti. Oggi, il giornalista di professione diventa colui che deve approfondire la notizia grezza, che ormai sono in grado di dar tutti; deve far chiarezza su quelle notizie da social spesso parziali se non fuorvianti. Il giornalista professionista deve fare un distinguo da quello che è un interesse pubblico a quella che è solo curiosità e gossip. Chi viene additato quindi come “cattivo” è spesso più garantista di chi fa le leggi. Il confine tra privacy, diritto all’oblio e diritto di cronaca, comunque, è oggi molto labile e forse, siamo proprio noi stessi, ad accettare che la privacy non esista quasi più”. L’ultimo intervento stato quello della Dottoressa Ielena Caracci che ha affrontato il problema sotto un profilo prettamente psicologico. La Caracci ha sottolineato come in questa società ciascuno di noi tuteli in maniera minore, con rispetto al passato, la propria vita. “Tra gli aspetti più preoccupanti vi è sicuramente il fenomeno del sexting, ovvero l'invio di testi, immagini o video sessualmente espliciti tramite Internet o telefono cellulare. Fenomeno questo in voga non soltanto tra gli adolescenti, ma anche tra persone adulte. Altro evento preoccupante è quello delle trasmissioni televisive nelle quali sempre più persone non trovano alcun ostacolo a mettere a nudo sentimenti intimi e parti importanti della propria esistenza; con il rischio di perdere di vista ciò che siamo realmente e ogni forma di coscienza. Tra le altre piaghe del nostro tempo, vi è poi quella tremenda del cyber bullismo e tante altre forme di violenza. C’è bisogno di affrontare queste problematiche nelle scuole, con i giovani e di far capire che ognuno di noi ha diritto di esistere in maniera libera senza violenze fisiche e psichiche e senza l’incessante bisogno di farsi accettare da sconosciuti o da chi non ci vuol bene”. A fine convegno gli interventi e gli spunti di riflessione sono stati numerosissimi, segno chiaro dell’interesse delle tematiche affrontate e della buona riuscita dell’evento.