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Rampa disabili di S.Clemente, la rabbia di Di Luzio: "Una decisione inspiegabile"

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In città non si parla di altro della decisione del Vescovo Vincenzo Apicella di rimuovere la rampa di accesso per i disabili da pochi mesi realizzata all’ingresso della Cattedrale di Velletri dedicata a San Clemente.

Comunicato Stampa


VELLETRI - L'opera è costata circa 5000 euro ed è stata inaugurata in occasione dei festeggiamenti per il Giubileo della misericordia del 2016 insieme al grande portone “Porta Santa” proprio con lo scopo di agevolare l’ingresso nella Basilica veliterna.
Moltissimi cittadini sono rimasti delusi dalla decisione presa dal Vescovo della Diocesi di Velletri, questo nonostante le diverse richieste di ripensamento da parte di cittadini e associazioni, oltre le circa 900 firme raccolte in poco tempo. Alla fine il mons. Apicella ha deciso contro la volontà di moltissimi veliterni. Sull’argomento interviene anche il Consigliere Comunale Dario Di Luzio assolutamente contrario alla rimozione della stessa struttura. “La rampa è stata utilissima in questi mesi per entrare in chiesa – precisa il Consigliere Comunale Dario Di Luzio – per le persone con disabilità, per gli anziani o anche per le mamme con passeggini, un ingresso comune per tutti, senza nessuna distinzioni o discriminazioni. Poi quando si parla tanto di abbattere le barriere, qui a Velletri si fa l’opposto. E’ inspiegabile la decisione presa anche perché l’opera è recentissima, costata non poco, e non dava nessun fastidio. Il Vescovo ha voluto rimuoverla nonostante i tanti che hanno cercato di fargli capire l’importanza della rampa in quel punto e di non buttare soldi, proprio nell’anno della misericordia. Azioni come queste invece di ridurre le distanze allontanano. Credo che il compianto e amatissimo Mons. Andrea Maria Erba si sarebbe comportato in tutt’altro modo. Senza dimenticare poi che per il Giubileo della misericordia – aggiunge ancora Di Luzio –, quindi tra l’altro per il portone e pure per la rampa di ingresso per i disabili, sono stati spesi anche dei soldi pubblici, visto che il Comune di Velletri ha dato un sostanziale contributo economico al Vescovo per il Giubileo stesso, oltre a fondi della parrocchia, di cittadini e di associazioni del territorio, che ora giustamente protestano. In questa città millenaria, ricca di tanta storia, tradizioni, usanze e consuetudini qualcuno sempre più spesso, soprattutto negli ultimi anni, si sente onnipotente e purtroppo utilizza un modo di operare-agire dall’alto della sua funzione, che ricordiamo è sempre pro-tempore quindi a tempo determinato, tutt’altro con il principio di ascolto, condivisione e dialogo con gli altri concittadini. Qualcuno crede che – conclude Dario Di Luzio – una funzione, un incarico, una direzione sia per l’eternità e si diventa quindi “padroni” del passato, del presente e del futuro di un luogo, di un’istituzione, di una tradizione. Mancando di assoluto rispetto per chi ha vissuto prima questa città, la sua storia a volte centenaria o meglio millenaria. Forse un bagno di umiltà e un po’ di misericordia in più, questa volta nei fatti non solo negli slogan, non guasterebbe”.

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