Velletri è composta di tante realtà: una delle più solide è la ILM Lighting, inserita tra le venti eccellenze italiane.
di Rocco Della Corte
con la collaborazione di Valentina Leone
VELLETRI - Il titolare della ILM Lighting, Federico Ognibene, ha parlato dei suoi progetti, ripercorrendo a grandi linee la storia di una realtà che porta prestigio alla città di Velletri seminando dietro di sè una scia di successi e di lavori all'avanguardia in siti di importanza nazionale e internazionale. Ecco l'intervista rilasciata da Ognibene a Velletri Life.
Come nasce l'azienda, da chi e su cosa si sono focalizzati i primi anni di attività?
La storia è cinquantennale, ed inizia da un giovane di nome Marcello Ognibene, ragazzo di belle speranze e con buoni auspici. Egli con l'assenso dei genitori ha cominciato a lavorare per un'azienda francese che commerciava in lampade. Quest'azienda tra le varie lampade vendeva quelle a uso speciale per l' illuminazione, proiettori, fari per scenografie televisive e quindi il giovane fortunato si è visto Studio 1 di Mina, Canzonissima, e programmi di questo tipo, dall'interno. E' stato in questo ruolo di referente per la RAI molti anni. Poi le circostanze lo hanno portato a mettersi in proprio.
E' così che è stata fondata l'Azienda di famiglia che tutt'oggi portate avanti?
E' stato un percorso di crescita, un'acquisizione di esperienza di pari passo con l'avanzare della tecnologia. L'azienda francese ha poi chiuso reparto in cui lavorava Marcello, che si è ritrovato con vari clienti senza essere dipendente. Così ha aperto un'azienda che si occupava di illuminazione, di scenografie televisive. Tutto questo fino a quando la tv non è cambiata e sono iniziate le prove del colore, che hanno mutato le esigenze. Abbiamo vissuto, storicamente, l'epoca d'oro della scenografia italiana partita dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Novanta. Fu un'epoca pionieristica su tutti i fronti: artistico, tecnologico, progettuale del pacchetto televisivo e abbiamo acquisito grande conoscenza dei materiali particolari e sull'illuminazione.
Cosa è cambiato tecnicamente in quegli anni così importanti per lo sviluppo e l'avanzamento delle tecnologie?
Si è iniziato a illuminare con i fari, poi venivano inserite luci nella scenografia che vivono di luce propria. Grazie a questi miglioramenti vengono dati degli effetti luminosi per risaltare alcune cose, soprattutto per dare tridimensionalità. Faccio un esempio: Sanremo '95, sul quale lavorammo con tantissima fatica, entrò nel guinnes dei primati per il maggior quantitativo di tubi al neon in un programma tv, erano due o tre chilometri.
Guinnes dei primati? Ci sono state delle vere e proprie invenzioni nate in quest'Azienda veliterna?
Una intuizione è stata quella di miscelare tre tubi al neon, come delle insegne luminose, miscelati per fare i tre colori. Uno verde, uno rosso, uno blu e ci si adoperava nel miscelarli per cromaticità. Prima di Marcello Ognibene, perchè sempre di lui parliamo, non lo ha fatto nessuno. Lui è padre che ha coniato il termine di impiantista sceno-luminoso, figura che indica chi realizza tecnicamente le scenografie. Tutti i nostri "concorrenti" in Rai sono tutti ex dipendenti suoi, è il padre virtuale di questa figura professionale.
Qual è l'elenco dei lavori più importanti fatti per la televisione, considerando gli ultimi già noti come Casa Italia a Rio oppure il Luneur?
Evolvendosi l'azienda si è divisa in settori, facendo tesoro dell'esperienza e del bagaglio tecnico di Marcello anche io e mio fratello abbiamo imparato molto. Ci tengo a sottolineare la scuola da cui proveniamo, che è l'ITIS Vallauri di Velletri. Subentrando io in Azienda ho dato il via alla seconda ondata di illuminazione bypassando le vecchie tecnologie con le nuove. Dove prima c'erano lampade e tubi al neon ho trasportato tutto al led. Le scenografie iniziali in televisione erano tutte nostre, ma anche chi ha traghettato dall'epoca vecchia a quella recente la tecnologia proviene sempre dalla "scuola" della nostra famiglia. I lavori più importanti: non saprei elencarli, potrei citare alcune trasmissioni tv, da quasi tutti i Sanremo a Studio Uno, Domenica In, Carramba che sorpresa, Ciao Darwin, Scommettiamo che, Fantastico quasi tutte le edizioni, Porta a Porta, Mi manda Raitre, Chi l'ha visto, Buona domenica su Mediaset, Tg La 7, Otto e mezzo, lo stesso Tg5 di Roma nel 2005, che fu prima scenografia illuminata al led fatta da noi.
A Velletri si rendono conto dell'importanza e dell'unicità della vostra azienda?
Credo che non se ne sia mai reso conto nessuno. Ad onor del vero, però, è arrivato dopo la nostra comunicazione una lettera di congratulazioni del Sindaco per le olimpiadi ultime, nelle quali abbiamo curato l'illuminazione di casa Italia. Il Coni ci ha selezionato tra le venti eccellenze italiane. In realtà Velletri, con noi, è stato presente all'EXPO: ricordo le polemiche, si diceva che la città non avrebbe figurato all'esposizione. Gran parte dei padiglioni illuminati, però, sono stati curati e realizzati da noi. Alcuni prodotti nostri sono andati a illuminare cose specifiche. Eravamo presenti proprio nella struttura.
C'è un rapporto con gli studenti, con le università o con la scuola?
Certamente, collaboriamo con università, istituti e gruppi di studio a cominciare dal Vallauri stesso. Non di rado vado a spiegare ai ragazzi che se ci siamo riusciti noi, possono farcela anche loro e li incoraggio. Cambiano le tecnologie ma la base è la stessa a livello didattico. Facciamo molta attenzione alla divulgazione, pur non lavoriamo a Velletri. Non abbiamo il target di farci pubblicità a Velletri, ma mi fa piacere, ovviamente, essere un'azienda d un territorio meraviglioso che ho a cuore e che si conferma una realtà che hanno successo nel proprio settore. Sono ottimista e secondo me una città come Velletri va spronata.
Voi la spronate portandole prestigio...
Vorrei indicare solo che comunque alcune cose vanno dette, bisogna essere felici di quello che si ha senza essere per forza disfattisti e basta.
Tecnicamente parlando, c'è mai stato un vostro interessamento all'illuminazione di Velletri città?
Noi non facciamo attività locale, ma come credo si sia capito mi sento parte del territorio, quindi sono felice di dare una mano se possibile. Appena mi reclamano mi metto a disposizione volentieri, come accaduto per la chiesa sconsacrata vicino la Casermaccia che abbiamo illuminato nella mostra di Vincenzo Pennacchi. Velletri è diventata smart con i ledwall, e non è una cosa a noi nuova: per tanti anni sono stato referente per il Lazio Sud del video professionale, progettista per grandi impianti, referente impianti per aziende mondiali volte ad illuminazioni architetturali.
Illuminare i monumenti della città: un'utopia oppure un progetto realizzabile? Spesso da voi è emersa questa proposta che porterebbe lustro e anche maggiore suggestione alle bellezze locali.
A Velletri si può lavorare sulla luce, abbiamo bellissimi monumenti, che attualmente sono in pratica al buio. Ho proposto tante volte di studiare un'illuminazione dei monumenti, visti i contatti con i professionisti della luce che ho (designer, progettisti, premi Oscar e quant'altro). Qui a Velletri si potrebbe organizzare un Festival della Luce, potremmo illuminare i monumenti, e dare un premio a un'azienda che fa da sponsor per lasciare poi l'illuminazione e come premio il nome del progettista con una targa. L'Italia primeggia al mondo nel campo del'illuminazione, il Festival della Luce io sono pronto a sostenerlo. Pensate al Comune unico monumento illuminato che effetto che fa...
Come reagisce la cittadinanza quando viene a conoscenza, direttamente o indirettamente dai vostri comunicati stampa, delle notizie riguardanti le vostre attività?
Ogni tanto mandiamo le newsletter per alcuni eventi che riteniamo più meritevoli di altri. Adesso stiamo illuminando la Camera dei Deputati, però non divulghiamo ogni cosa che facciamo. Non ricevo quasi mai risposta, purtroppo neanche dalla stampa alle volte. Noi siamo attenti alla comunicazione, ma spesso la notizia viene scambiata per pubblicità. Io la vedo così: sapere che c'è un'eccellenza sul territorio è una notizia, qualcuno mi dice che non può pubblicare che dall'altra parte del globo illuminiamo Casa Italia perché è pubblicità.
Tutto ciò che fate si svolge a Velletri?
Sì, a Velletri sviluppiamo gli apparecchi di illuminazione, li progettiamo e realizziamo.
L'idea di illuminare i monumenti di Velletri rientra nel discorso del turismo, della mancata valorizzazione cittadina. Che cosa significherebbe dare una luce diversa, sia a livello tecnico che allegorico, alla Torre del Trivio, o a una Fontana?
Cambia la percezione stessa del monumento. Anche un traliccio banale, se illuminato bene, può essere bello. La luce è fondamentalmente il 50% della percezione reale di un oggetto. Se la luce non viene valorizzata, si svilisce tutto, dal dipinto ad un edificio. Molte volte anche le normative presentano degli impedimenti, come ad esempio per le fontane. Si fecero delle prove, già a Roma, per la fontana di Trevi, per illuminare le fontane al led. All'epoca fu difficile e c'era la paura di rovinare, il dubbio ci fermò. Oggi non è più così perché con l'illuminazione della Cappella Sistina si è fatto lo studio dei pigmenti con la luce data dal led e non c'è stato degrado, tutto è scientificamente provato. Circa quindici anni fa non era così e sono uno dei primi che ha fatto le prove con le fontane, con ACEA, siamo stati pionieri in tal senso. Le fontane di Velletri sono un discorso a parte: dovrebbero essere illuminate in classe 3, e tutte hanno problemi perché non si sa dove far passare i cavi degli alimentatori. Tante volte l'ho proposto, su questo e altri monumenti, però sembra sempre che non ci sia volontà.