Dopo una giornata passata a Roma, sono molto stanco, e decido di prendere la metropolitana per tornare a casa. Il treno, come sempre, è stracolmo e come sempre i passeggeri non sono solo italiani.
E a questo proposito mi rendo conto che tutti guardano con preoccupazione e sospetto un ragazzo dai tratti somatici arabi e il suo zainetto. Ben presto, come d’incanto tra i viaggiatori e il ragazzo si forma un vuoto, è quasi da solo in uno spazio della vettura.
Anch’io preferisco stare lontano anche se mi rendo conto che se quel ragazzo è un terrorista e ha un esplosivo nello zaino tra lui, me e gli altri viaggiatori non c’è spazio sufficiente per essere al sicuro. Questa è oggi l'Europa. Un luogo dove tutti hanno paura. Molta paura. E ogni persona che ha un volto presumibilmente arabo (ma potrebbe essere anche un ragazzo del sud, calabrese o siciliano) deve pagarne il prezzo. Questo senso di pericolo che si soffre in Europa è qualcosa su cui dobbiamo riflettere, tutti. Quante persone sono morte in Europa a causa di attentati negli ultimi anni? 300? 400? Non di più. E i giornali, la televisione, filosofi, sociologi, esperti improvvisati, tutti a parlare della tragedia di persone che vengono uccise, genitori che lasciano i loro figli, nonni e nipoti, bambini disabili, donne in gravidanza ... e mi chiedo quante persone sono morte in Iraq, in Siria, in Libia e in tutti i paesi colpiti dalle bombe intelligenti? E penso a queste persone, quante sono? Sono migliaia e migliaia. Molte di più delle vittime europee. E perché pensiamo che questi morti valgano meno degli europei ? Sarà perché le vite dei cittadini della vecchia e aristocratica Europa o degli USA, valgono molto di più di un qualsiasi cittadino del mondo? Naturalmente arriva un giorno in cui si deve pagare tutto. E ho paura, penso che abbiamo iniziato a pagare per tutto ciò che abbiamo fatto, noi europei nei secoli dei secoli, colonialismo, massacri, deportazioni, mutilazioni, stragi indicibili, “democrazia” portata a suon di bombe... Del resto gli abbiamo insegnato noi che la “democrazia” si esporta con la guerra. E l’arroganza, liquidare questa enorme tragedia come frutto della mente malata di fanatici religiosi è pura malafede e ipocrisia. Una società realmente democratica anzichè autoassolversi e piangersi addosso, si dovrebbe chiedere il perchè, giovani nati e cresciuti in Europa, anche se di altre origini si trasformano in terroristi, e la religione non c’entra, come ha detto pure Papa Francesco, infatti questi giovani attentatori hanno abitudini molto occidentali, discoteca, droga ecc,,e un modus vivendi molto lontano dall’integralismo religioso, sia esso islamico o no. E allora forse c’è un disegno: la politica della paura, come sosteneva già 20 anni fa Eduardo Galeano, seminare la paura, e poi barattare una maggiore sicurezza in cambio di meno diritti. E le multinazionali prosperano.......