Interessante convegno quello organizzato dall'AISPAC - Associazione Italiana Studio Prevenzione Analisi Crimine - presso la Sala Tersicore del Comune di Velletri nel pomeriggio di giovedì 9 giugno. Di fronte ad una nutrita cornice di pubblico, infatti, i relatori hanno presentato un autentico "viaggio" nella mente criminale.
Una serie di specialisti e professionisti del settore, coordinati dalla moderatrice - avvocato Lia Simonetti -con una serie di interventi hanno focalizzato l'attenzione sulle problematiche inerenti il crimine, il rapporto tra vittima e carnefice, i meccanismi psicologici in determinate situazioni e così via.
La prima a parlare è stata l'avvocato Stefania Forino, che ha presentato l'associazione essendo vice-presidente della stessa: "Ho creduto in quest'avventura con i soci e i professionisti che fanno parte dell'AISPAC - ha dichiarato - e questa associazione nata il 23 marzo 2016 è un'esperienza unica nel suo genere, sia per l'importanza del tema dibattuto, la violenza, sia per l'attualità e le sue sfaccettature. L'obiettivo è quello di assumere e sostenere iniziative di formazione e sensibilizzazione per il contrasto di tutte le forme di violenza".
A portare i saluti dell'amministrazione comunale, che ha patrocinato l'evento, è stata l'assessore alla Cultura Ilaria Usai, la quale si è detta interessata all'importanza della ricerca sulla mentalità criminale: "Molto spesso manca un legame tra diritto e malattia mentale, ma non possiamo spiegare tutto con il solo raptus. Quello che quest'associazione propone è un lavoro fondamentale per tutelarci e prevenire". Prima dell'inizio dei lavori dal pubblico è intervenuto l'avvocato Marco Fagiolo, che ha dato l'in bocca al lupo ai relatori per la nuova avventura soffermandosi poi sulle sfumature dei concetti di 'malvagio' e 'malato di mente', auspicando sempre più approfondimenti medico-legali sui soggetti affetti dal disturbo di personalità. Molto forte il richiamo alle recenti vicende di cronaca: l'avvocato ha concluso il suo intervento ricordando che "la donna non è una proprietà dell'uomo". La moderatrice Lia Simonetti si è dunque soffermata, prima di dare la parola al primo professionista previsto in scaletta, sullo scopo operativo dell'associazione, nella quale più personalità cercano di dare prove e indicazioni oltre l'intuizione: "Non abbiamo la pretesa di prevenire i crimini, ma cerchiamo di fare un lavoro sul territorio di tipo culturale, sulla coscienza che alcune azioni possono determinare. E' necessario che i giovani abbiano la consapevolezza del limite tra legalità e illegalità. Per fare queste attività concrete serve il supporto dei cittadini". Ha preso allora la parola la criminologa Maria Turiello, che in un intervento molto dettagliato e articolato si è occupata del lato criminale delle persone normali.
La criminalità va intesa come un problema globale, e vanno analizzate sia le cause che i fattori di rischio. Gli istinti aggressivi dell'uomo sono tenuti a freno dagli inibitori, ma un lato oscuro represso è in ogni individuo. "Se i freni inibitori sono scavalcati da passioni e piacere del reato, si capisce che le persone non sono buone o cattive ma hanno entrambi i lati, chiunque può esprimere impulsi anti-sociali". Ne consegue allora che "ciascuno è una potenziale vittima e un potenziale assassino": tramite l'analisi di casi come quello di Valentino Di Nunzio, Novi Ligure con Erika e Omar o Erba con i coniugi Olindo e Rosa, la criminologa ha passato in rassegna i disturbi schizoide, paranoide e sadico spiegando come sia riduttivo il dualismo sano/normale spesso passato anche tramite i media e come ci siano invece da analizzare dei fattori di rischio e di protezione. La prevenzione è possibile con approcci universali, selettivi o mirati, ed è auspicabile una rete sociale e sanitaria per prevenire, al fine di diffondere anche la cultura della vita e dei valori. Alla psichiatria clinica è stato invece dedicato l'intervento del dottor Manuele Mazzi, medico chirurgo, il quale partendo dal concetto di soggetto incapace di gestire le emozioni ha tracciato un quadro delle varie sindromi di malattia mentale, come quella da uso di sostanze psicoattive o da uso improprio di sostanze e farmaci.
Tolleranza, astinenza, terapie farmacologiche, psicoterapeutiche o psicosociali sono i concetti esplicati dal giovane medico veliterno, che ha concluso analizzando i tre livelli di devianza: statistica, funzionale, clinica. La psicologa Ielena Caracci, invece, si è occupata delle violenze di nuova generazione dallo stalking al bullismo. "La violenza - ha sottolineato la professionista - coinvolge tutti, è esperienza individuale e collettiva". Diffondere la cultura della non violenza e la prevenzione può essere d'aiuto, perchè i casi di violenza interpersonale aumentano e sfociano in atti violenti di tipo fisico, sessuale, psicologico. Si passa dall'inibizione dell'atto all'immediatezza dell'atto, e la dottoressa ha sottolineato come in certi casi "i professionisti qualificano il danno, chiariscono aspetti, ma anche la rete deve essere funzionale per permettere alle vittime un accesso a percorsi d'aiuto. La consapevolezza di essere vittima e la capacità di denunciare i fatti sono due step difficili da arginare: spesso paura, silenzi, segreti fanno giustificare alla vittima la violenza. Bisogna spezzare il silenzio". A prendere la parola è stata quindi la grafologa Claudia Coluzzi, che ha evidenziato l'utilità sociale della sua professione non solo semplicemente per il bisogno di attribuzione di paternità di un dato scritto. La scrittura è un comportamento personale, espressione della personalità e di un linguaggio simbolico e protettivo che racconta il modo di essere. Passando in rassegna le tappe della storia della scrittura da Cicerone ai giorni nostri, la dottoressa Coluzzi ha mostrato i nuovi metodi di analisi grafica (calligrafico, grafoscopico, grafometrico, segnalatico) e descritto la figura di Padre Girolamo Moretti, il primo a conferire valore investigativo alla grafologia.
"Il grafologo valuta la predisposizione a delinquere del soggetto - ha concluso - e opera una valutazione tecnica con indici grafologici che descrivono vari stati. Prendendo in esame due lettere di Jack lo Squartatore e Tommaso Buscetta, ci si può lavorare analizzando la personalità e stilando il profilo di una personalità criminale". Penultimo intervento è stato quello del professor Raffaele Olivieri, ricercatore in digital phorensis e maresciallo aiutante dei RIS in ambito telematico. Tra i suoi lavori passati anche il recupero degli apparati di videosorveglianza della Costa Concordia. Mostrando un video di un esperimento in Belgio (un sedicente indovino riusciva a dare dei dati a delle persone ignare come se li leggesse nella mente, ma in realtà li aveva presi da facebook) il graduato ha specificato come la rete ormai consenta una profilazione degli individui che condividono foto, immagini, dati personali, riempiono form e facilitano pertanto anche i reati dando informazioni personali e sulle loro proprietà. Il modus operandi tra il passato e il presente è cambiato grazie ai social e alla rete, e il valore più grande dell'uomo - l'identità - messo on line può portare a qualsiasi atto criminale. L'ultimo intervento è stato quello dell'investigatore privato Manuel Menichelli, che ha ben spiegato i progressi e le innovazioni per l'utilizzo della tecnologia nelle investigazioni.
Al termine applausi e ringraziamenti per un pomeriggio a contatto con dei professionisti qualificati che hanno descritto parte delle loro competenze in modo chiaro e sintetico, dando un'idea organica di cosa siano il crimine e la mente criminale e scacciando alcuni stereotipi purtroppo radicati nel sentore comune della società odierna. L'AISPAC, dunque, con questo convegno di esordio si presenta alla città di Velletri ed è pronta a mettere le proprie esperienze al servizio della cittadinanza. Sono attesi prossimi appuntamenti per un'associazione particolare e dalle importanti finalità sociali, nel frattempo l'evento della Sala Tersicore ha dato già la cifra della qualità e della professionalità di questa nuova realtà veliterna.
A portare i saluti dell'amministrazione comunale, che ha patrocinato l'evento, è stata l'assessore alla Cultura Ilaria Usai, la quale si è detta interessata all'importanza della ricerca sulla mentalità criminale: "Molto spesso manca un legame tra diritto e malattia mentale, ma non possiamo spiegare tutto con il solo raptus. Quello che quest'associazione propone è un lavoro fondamentale per tutelarci e prevenire". Prima dell'inizio dei lavori dal pubblico è intervenuto l'avvocato Marco Fagiolo, che ha dato l'in bocca al lupo ai relatori per la nuova avventura soffermandosi poi sulle sfumature dei concetti di 'malvagio' e 'malato di mente', auspicando sempre più approfondimenti medico-legali sui soggetti affetti dal disturbo di personalità. Molto forte il richiamo alle recenti vicende di cronaca: l'avvocato ha concluso il suo intervento ricordando che "la donna non è una proprietà dell'uomo". La moderatrice Lia Simonetti si è dunque soffermata, prima di dare la parola al primo professionista previsto in scaletta, sullo scopo operativo dell'associazione, nella quale più personalità cercano di dare prove e indicazioni oltre l'intuizione: "Non abbiamo la pretesa di prevenire i crimini, ma cerchiamo di fare un lavoro sul territorio di tipo culturale, sulla coscienza che alcune azioni possono determinare. E' necessario che i giovani abbiano la consapevolezza del limite tra legalità e illegalità. Per fare queste attività concrete serve il supporto dei cittadini". Ha preso allora la parola la criminologa Maria Turiello, che in un intervento molto dettagliato e articolato si è occupata del lato criminale delle persone normali.
La criminalità va intesa come un problema globale, e vanno analizzate sia le cause che i fattori di rischio. Gli istinti aggressivi dell'uomo sono tenuti a freno dagli inibitori, ma un lato oscuro represso è in ogni individuo. "Se i freni inibitori sono scavalcati da passioni e piacere del reato, si capisce che le persone non sono buone o cattive ma hanno entrambi i lati, chiunque può esprimere impulsi anti-sociali". Ne consegue allora che "ciascuno è una potenziale vittima e un potenziale assassino": tramite l'analisi di casi come quello di Valentino Di Nunzio, Novi Ligure con Erika e Omar o Erba con i coniugi Olindo e Rosa, la criminologa ha passato in rassegna i disturbi schizoide, paranoide e sadico spiegando come sia riduttivo il dualismo sano/normale spesso passato anche tramite i media e come ci siano invece da analizzare dei fattori di rischio e di protezione. La prevenzione è possibile con approcci universali, selettivi o mirati, ed è auspicabile una rete sociale e sanitaria per prevenire, al fine di diffondere anche la cultura della vita e dei valori. Alla psichiatria clinica è stato invece dedicato l'intervento del dottor Manuele Mazzi, medico chirurgo, il quale partendo dal concetto di soggetto incapace di gestire le emozioni ha tracciato un quadro delle varie sindromi di malattia mentale, come quella da uso di sostanze psicoattive o da uso improprio di sostanze e farmaci.
Tolleranza, astinenza, terapie farmacologiche, psicoterapeutiche o psicosociali sono i concetti esplicati dal giovane medico veliterno, che ha concluso analizzando i tre livelli di devianza: statistica, funzionale, clinica. La psicologa Ielena Caracci, invece, si è occupata delle violenze di nuova generazione dallo stalking al bullismo. "La violenza - ha sottolineato la professionista - coinvolge tutti, è esperienza individuale e collettiva". Diffondere la cultura della non violenza e la prevenzione può essere d'aiuto, perchè i casi di violenza interpersonale aumentano e sfociano in atti violenti di tipo fisico, sessuale, psicologico. Si passa dall'inibizione dell'atto all'immediatezza dell'atto, e la dottoressa ha sottolineato come in certi casi "i professionisti qualificano il danno, chiariscono aspetti, ma anche la rete deve essere funzionale per permettere alle vittime un accesso a percorsi d'aiuto. La consapevolezza di essere vittima e la capacità di denunciare i fatti sono due step difficili da arginare: spesso paura, silenzi, segreti fanno giustificare alla vittima la violenza. Bisogna spezzare il silenzio". A prendere la parola è stata quindi la grafologa Claudia Coluzzi, che ha evidenziato l'utilità sociale della sua professione non solo semplicemente per il bisogno di attribuzione di paternità di un dato scritto. La scrittura è un comportamento personale, espressione della personalità e di un linguaggio simbolico e protettivo che racconta il modo di essere. Passando in rassegna le tappe della storia della scrittura da Cicerone ai giorni nostri, la dottoressa Coluzzi ha mostrato i nuovi metodi di analisi grafica (calligrafico, grafoscopico, grafometrico, segnalatico) e descritto la figura di Padre Girolamo Moretti, il primo a conferire valore investigativo alla grafologia.
"Il grafologo valuta la predisposizione a delinquere del soggetto - ha concluso - e opera una valutazione tecnica con indici grafologici che descrivono vari stati. Prendendo in esame due lettere di Jack lo Squartatore e Tommaso Buscetta, ci si può lavorare analizzando la personalità e stilando il profilo di una personalità criminale". Penultimo intervento è stato quello del professor Raffaele Olivieri, ricercatore in digital phorensis e maresciallo aiutante dei RIS in ambito telematico. Tra i suoi lavori passati anche il recupero degli apparati di videosorveglianza della Costa Concordia. Mostrando un video di un esperimento in Belgio (un sedicente indovino riusciva a dare dei dati a delle persone ignare come se li leggesse nella mente, ma in realtà li aveva presi da facebook) il graduato ha specificato come la rete ormai consenta una profilazione degli individui che condividono foto, immagini, dati personali, riempiono form e facilitano pertanto anche i reati dando informazioni personali e sulle loro proprietà. Il modus operandi tra il passato e il presente è cambiato grazie ai social e alla rete, e il valore più grande dell'uomo - l'identità - messo on line può portare a qualsiasi atto criminale. L'ultimo intervento è stato quello dell'investigatore privato Manuel Menichelli, che ha ben spiegato i progressi e le innovazioni per l'utilizzo della tecnologia nelle investigazioni.
Al termine applausi e ringraziamenti per un pomeriggio a contatto con dei professionisti qualificati che hanno descritto parte delle loro competenze in modo chiaro e sintetico, dando un'idea organica di cosa siano il crimine e la mente criminale e scacciando alcuni stereotipi purtroppo radicati nel sentore comune della società odierna. L'AISPAC, dunque, con questo convegno di esordio si presenta alla città di Velletri ed è pronta a mettere le proprie esperienze al servizio della cittadinanza. Sono attesi prossimi appuntamenti per un'associazione particolare e dalle importanti finalità sociali, nel frattempo l'evento della Sala Tersicore ha dato già la cifra della qualità e della professionalità di questa nuova realtà veliterna.
Rocco Della Corte