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Nocenzi a Velletri per ricordare Tenco: "Un poeta che parlava all'anima con creatività e autorevolezza"

Un grande artista, un compositore brillante, un personaggio dalla carriera musicale che parla da sé. Prima di tutto ciò, però, Vittorio Nocenzi è un uomo che ama parlare e sa farlo con cognizione di causa, stimolando i propri interlocutori fino a lasciarli a bocca aperta per la poliedricità e l'apertura mentale che emerge dai suoi discorsi.

Intervista a cura di Rocco Della Corte
con la collaborazione di Emanuela Treggiari

Sarà lui, insieme al giornalista Alfredo Saitto, ai musicisti Antonio Censi, Antonella Mattacchioni, Sandro Crocetta, Pietro Caroleo, Giulio Salvatelli e Livio Salvatelli, a riportare in vita - tramite la sua straordinaria e vitale musica - Luigi Tenco a Velletri, il 18 febbraio, al Teatro Artemisio (inizio dell'evento fissato per le ore 18.00). Nocenzi ha rilasciato un'intervista all'Ufficio Stampa dell'Associazione Memoria '900 per testimoniare il suo impegno a favore di quel cantautore che, cinquant'anni fa, se n'è andato, raccontando tuttavia un tempo che non è poi così lontano, lontano.




Vittorio Nocenzi, a cinquant'anni dalla morte di Luigi Tenco partiamo dalla percezione che del cantautore si aveva nel contesto giovanile dell'epoca. Negli anni in cui Tenco raggiungeva il successo lei era uno studente del Liceo Scientifico di Velletri. Cosa ricorda di quegli anni e che clima c'era, tra i giovani, sia a livello musicale che a livello sociale?

Nel 1969 ci fu la prima Assemblea degli studenti del Liceo Mancinelli di Velletri. Presidente dell'Assemblea ero io. Erano i giorni dell'utopia, i giorni in cui da giovani si guardava al futuro con la convinzione di poterlo cambiare in meglio. Oggi, dopo quaranta e più anni, mi guardo intorno e vedo delle macerie di cui evidentemente siamo colpevoli noi. Abbiamo disatteso tutti i migliori sogni, non abbiamo saputo realizzare i fondamenti per una prospettiva decorosa, dignitosa. Allora c'era invece la certezza che sarebbe andato tutto bene. C'era una buona fede, noi vedevamo chiaramente cosa fosse sbagliato e cosa potesse essere migliorato. L'uomo in questo è insospettabilmente tetragono, nonostante le evidenze può intestardirsi negli errori. Ricordo via Paolina, Velletri, gli scioperi degli studenti. Una volta andai contro corrente bloccando uno sciopero: mi misi davanti al corteo intimando ai ragazzi di andare davanti al Ministero. Andammo tutti a Roma. C'era una consapevolezza del diritto alla dignità e del dovere di fare delle cose che fossero preludio alle conquiste, invece nel tempo per motivi politici, di opportunità, di populismo, di applausi facili, ci si è dimenticati di parlare anche dei doveri, è diventato tutto un diritto. Senza il dovere il diritto non esiste.

In questa panoramica come si può collocare il messaggio veicolato dalle canzoni e dalle musiche di Luigi Tenco?

Tenco metteva l'accento con la sua opera sulla dimensione esistenziale, la sua fu una spiritualità laica partecipata e condivisa dai giovani. La spiritualità non è solo delle religioni, è appannaggio di ogni essere umano che ha una sensibilità. Quando Tenco parlava d'amore in quel modo, era una dimensione spirituale e non solo sentimentale. Quella profondità parlava all'anima. Io ero innamorato di Tenco. 
C'era la stessa buona fede, mista a consapevolezza, dei giovani, nei sentimenti cantati da Tenco?

Assolutamente sì, parlava come autentico e per questo era amato. Ricordo pomeriggi interi a sentire i suoi dischi, uscivo con la mia ragazza e lo ascoltavamo. Fu un amore a prima vista, poi da adulto ho capito perché e mi sono dato una motivazione da musicista, da compositore. Tra i cantautori era quello che aveva una ricchezza armonica nettamente superiore agli altri contemporanei. La tessitura degli accordi di Tenco non è comparabile. 

Tenco viene spesso definito, a ragione, innovatore: perchè, in pochi motivi?

Personalmente amavo Tenco perché esprimeva veramente quello che deve esprimere un poeta. Non serve esibire un linguaggio forbito con termini inusuali, il poeta adopera le parole di tutti i giorni accostandole in maniera inusuale. Questo secondo me ha un valore superiore, la parola particolare già lascia un effetto diverso, ma è la parola che può usare chiunque in un modo inatteso che porta ad intuire poeticamente l'emozione. "Un giorno dopo l'altro la vita se ne va", ed è un luogo comune, poi come una bomba a mano arriva "e la speranza ormai è un'abitudine". Sperare per abitudine è come rinunciare al sogno, sentimento salvifico delle persone. Sperare è un anelito di passione e buona fede, di ingenuità forse ma slancio appassionato e generosità esistenziale. Se speri per abitudine sei morto e non te ne sei accorto, e lui aveva queste profondità originali. Con le parole di tutti i giorni arriva il cambio di prospettiva... questo era Tenco, un poeta che parlava all'anima con creatività e autorevolezza.

Tra le tante poesie, perché è meglio definirle in tal modo, qual è quella più rivoluzionaria secondo il suo punto di vista?

C'è un pezzo, tra i meno noti, che ho amato tanto, e mi sono ispirato ad esso anche con il Banco: "Ragazzo mio, un giorno ti diranno che tuo padre aveva per la testa grandi idee e in fondo non ha concluso proprio niente. Ma tu non credere, no, perché quando si alza il mare, gli uomini senza idee per primi vanno a fondo". Commovente. E' riuscito a incidere nella realtà e a cambiarla, avere grandi idee non è inutile, la verità non è solo pragmatismo e concretizzazione, ma intravedere vie d'uscita. Di questo pezzo di Tenco, per me il suo manifesto, ho fatto il mio credo personale.

E' un modo di vedere umanistico, filosofico o utopico? Oppure non c'è sfumatura netta e racchiude tutte e tre le cose?

Umanistico sì, filosofico sì, utopico dipende. Se è utopico nel senso di inutile e irraggiungibile no, se per utopico intendiamo la definizione che disse il mio amico regista argentino Fernando Siro a un giornalista sportivo, Eduardo Galeano invece dico di sì. Mi spiego: Galeano intervistando Siro gli chiese: ma a che serve l'orizzonte, se lo vedo lontano, mi avvicino di 10 km e si allontana di nuovo? La risposta di Siro fu che l'orizzonte serve a camminare. Questa è l'utopia, senza la quale non c'è orizzonte, non c'è qualcosa da raggiungere o conquistare per donarlo anche agli altri. L'utopia ti fa vivere meglio con i comportamenti, perché tendi a realizzarli, poi se ci riesci è una cronaca.  




Quanto ha influito, col senno del poi, il messaggio di Tenco sulla rivoluzione sociale del '68 che voi avete vissuto in prima persona? E in qualche modo la sua tragica fine come fu recepita?

La sua fine fu un grandissimo dolore. L'idea del suicidio mi turba, come mi turba pensare di rinunciare alla certezza della vita che ci appartiene. Lui era un giovane abituato a sognare e vedere mortificati i propri sogni, quindi allenato al dolore e alla delusione. La sua morte non mi lascerà mai indifferente. Comunque, riguardo al '68, in Tenco non c'era alcun intento didattico o pedagogico, mi ha colpito come compositore perché so cosa vuol dire far sentire la propria musica, le aspettative che si hanno. E' come mettersi nudo, alla berlina. La storia di Tenco ci dimostra che non è stata una bocciatura, spesso gli esseri umani sono animali tremendi che dimenticano la loro sensibilità. 

Secondo lei Tenco è stato sottovalutato, visto che poi come capitato a molti la tragica fine ha attratto interesse maggiore e ha marchiato il sentore comune sul personaggio?

L'opinione pubblica ha sicuramente banalizzato, ma chi ha pensato in questo modo non ha mai tentato di capire cosa vuol dire offrire musica all'altro. Io ho avuto la stessa percezione di aver paura di essere bocciato, nettamente, nei primi concerti del Banco del Muto Soccorso: mi sembrava una cosa oltraggiosa vedere certe reazioni nel pubblico, non per presunzione, ma perché ero un essere umano che si stava mettendo a nudo dando importanza al ritorno del pubblico. Aver provato da me queste sensazioni me lo fa amare ancora di più.

Oggi si cerca di strappare la lacrima cantando testi profondi che a una rilettura successiva sembrano banali, sentire un "Mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare", che valore ha nel 2017?

Un valore dirompente. La forza poetica di Tenco è rimasta intatta. Quando parlo di poetica e canzone, distinguo. Sono due forme diverse, la canzone è diversa dalla poesia. La poesia nasce per la lettura, la canzone è un insieme di versi poetici per la musica. 

La forza di Tenco si evince già dai titoli?

I titoli sono importantissimi, è la prima sintesi rappresentativa. Ogni titolo deve essere ponderato bene e ciò in Tenco avviene.

Quanto c'è dal punto di vista musicale, di Tenco, nella sua esperienza e in quella del Banco?

E' una domanda difficile. Consciamente non c'è niente. Inconsciamente di sicuro qualcosa ci sarà. Io penso che un compositore, o un artista in genere, è sempre come un registratore acceso. Anche il rumore del traffico può uscire fuori nel pianoforte, magari preferendo un accordo dissonante a uno romantico. I segni della vita sono tutta musica. Il commuoversi nell'ascoltare Tenco a 18 anni per riscoprirlo ad un'età matura e sentire ancora quel brivido è una cosa che ti condiziona, anche se non nell'immediato, e ti mette in una sintonia di linguaggio e di ricezione.

A livello di tematiche, Tenco può avere tra i tanti due filoni principali: uno amoroso o uno sociale. Il Banco del Mutuo Soccorso e Vittorio Nocenzi?

Io sono un ragazzo del '68, che incontra un altro ragazzo del '68, Francesco Di Giacomo, e i pezzi che abbiamo scritto insieme non potevano che partire da quel momento. Poi da adulti si cambia, ma credo che il confronto sul sociale e il patrimonio intimo siano la pietra che accende sempre il camino, che fa partire la scintilla. Tutto si gioca sul confronto tra lo spazio personale e quello degli altri, un conflitto che genera aberrazioni o reazioni, tra pubblico e privato... La comunità è entrata nei nostri testi anche quando partivano da storie individuali, perché la diversità - come diceva il mio amico Guido Zingari, professore di filosofia del linguaggio - è preziosa in quanto detentrice del tesoro che si chiama "possibilità di scoprire l'altro", il non conosciuto. Si cresce solo incontrando persone e circostanze diverse dall'usuale. In questa diversità non c'è solo il mistero dello sconosciuto, ma un potenziale di miglioramento. Io credo non ci sia un destino più primigenio nella natura umana che quello della conoscenza. 

Quanto è facile, domanda ossimorica, superare la difficoltà di scrivere ed esporsi?

Non è mai facile, il primo giudice spietato di te stesso sei tu. Si è tentati dal non esprimersi, ma è troppo comodo. Ogni volta ci si rimette in gioco in un'avventura di conoscenza. La vita è restare affascinati dalla conoscenza, che implica scrivere una pagina di musica e pensare che sia la più bella che ti sia mai venuta da quando sei nato, oppure trattare sempre argomenti già trattati in modo diverso.

Esiste anche una necessità di scrittura, di musica, di composizione in un artista?

Si crea per necessità, mai con stato d'animo del superfluo. La difficoltà può esaltare, la costrizione del dover sintetizzare la psicologia di un momento invece uccide la fantasia. Se hai del talento, però, le difficoltà sono uno stimolo. 




La Coppa di Legno al "Maracanà": finisce il girone unico, si parte con Serie A e B

Un sondaggio libero e aperto lanciato dalla Confesercenti Velletri

La Confesercenti Velletri propone un sondaggio, questa volta libero ed aperto al mondo del consumatore, al fine di poter recepire una fotografia scattata con gli occhi del consumatore e che speriamo ci aiuti a metterci in discussione e migliorarci qualora ce ne sia bisogno. 

di Mauro Leoni
Presidente Confesercenti Velletri

VELLETRI - L’indagine sulle abitudini di acquisto che proponiamo osserva i comportamenti degli acquirenti del centro storico di Velletri per capire qual è il livello di conoscenza che essi hanno dell’offerta commerciale e come vengono valutati i servizi e l’organizzazione complessivamente.
Nelle scorse settimane è stata effettuata un’indagine analoga rivolta agli esercenti, medesime domande con differente punto di osservazione. Al termine di questo sondaggio saranno pubblicati i risultati delle due indagini nell’auspicio che i dati raccolti saranno utili per un confronto aperto tra tutti gli stakeholder.

Forti emozioni e grande soddisfazione per Aquero’ che ritorna a casa con sei premi dal Premio Colosseo

Il 29 gennaio 2017 presso il teatro al “Quarto Miglio”, sede ufficiale della FITA Roma, si è svolta la serata finale del “Premio Colosseo 2016”. 

di Maria Rosaria Perillo


ROMA - La serata è iniziata con lo spettacolo “Una coppia alla deriva” di S. Calabrese, a seguire la premiazione delle compagnie che hanno partecipato al concorso teatrale “Premio Colosseo” del 2016.
Con grande sorpresa ma tanta soddisfazione ed emozione l’associazione Aquero’ si aggiudica: una nomination per la miglior regia, Veronica Brandizzi e ben sei premi: migliore attrice giovane, Elisa Romanelli; miglior attrice caratterista Veronica Brandizzi; migliore attrice protagonista Giulia Calcari; migliore attore protagonista (ex aequo) Leonardo Zarra; miglior foto di scena; e per finire il più importante dei riconoscimenti: il Premio Colosseo per il miglior spettacolo con la commedia “Tanto giallo per niente”. Questa la motivazione della giuria: VINCE: Tanto giallo per niente: frizzante, coinvolgente e pieno di colpi di scena, con un cast di giovanissimi. A caldo il commento del presidente Mazzalupi: “Sono frastornato dall’ emozione che mi ha dato ricevere questi importanti riconoscimenti all’ interno di un concorso così prestigioso nella FITA, ma la grande soddisfazione è essersi aggiudicati l’ ambito “Premio Colosseo” considerata la giovane età degli attori che fanno parte dell’associazione, che hanno dimostrato il tanto impegno e la tanta passione che dedicano a questa attività. La vittoria, ovviamente, non è solo di coloro che si sono aggiudicati il singolo premio ma di tutti i ragazzi dell’ associazione che sta crescendo artisticamente in modo esponenziale. Grazie a tutti e “Ad Maiora”!”.


Salute e benessere: due semplici parole per sintetizzare gli obiettivi primari di uno Studio Estetologico

Con l'estate alle porte, affidati alle mani esperte dell'estetologo che saprà, grazie all'alto livello di preparazione e ad una linea di prodotti particolarmente innovativa, regalarti risultati di un livello avanzato e farti ritrovare la forma fisica desiderata. 


VELLETRI - Lo Studio Estetologico propone, infatti, Dermatrophine Pro, marchio della Sifarma, che vanta oltre 20 anni di esperienza nel settore dermatologico ed estetico, con trattamenti a base di peeling combinati capaci di rigenerare i tessuti in profondità e di contrastare ogni inestetismo alla radice.
Body Hot e Body Ice sono le soluzioni ideali rispettivamente per adiposità localizzate, cellulite, rilassamento cutaneo di addome, cosce e glutei , ritenzione idrica, edema, riossigenazione dei tessuti. Scopri il trattamento più adatto alle tue esigenze chiamando lo Studio Estetologico, dal martedì al sabato, per una consulenza gratuita allo 06.83.96.04.45 o vienici a trovare a Velletri in vicolo Giorgi, 7 (vicino piazza Cairoli). I nostri obiettivi: la tua salute e il tuo benessere!



Giorgio Bassani: un poeta da Ferrara a Velletri, la vigilia del compleanno a "Sentieri dell'Anima"

Un Bassani inedito quello che sbarca a Velletri il prossimo 3 marzo 2017 nei locali di Sentieri dell’Anima. Con il coordinamento di Rocco Della Corte, le magistrali letture di Carla Petrella condurranno gli spettatori nel mondo poetico bassaniano.


VELLETRI – Centouno anni nel segno di Bassani: il grande scrittore ferrarese nasceva, infatti, il 4 marzo 1916 a Bologna. È ormai storia nota anche il suo passaggio, tra l’altro in un momento cruciale per la propria formazione intellettuale e professionale, alla Scuola d’Arte “Juana Romani” di Velletri.

Se la ricerca sul triennio di insegnamento veliterno sembra aver dato i frutti sperati, c’è un’altra missione che spetta agli amanti della letteratura e del Novecento italiano in particolare: strappare Bassani dal Giardino dei Finzi-Contini, dalle accuse del gruppo ’63 e da un’immagine stereotipata che non gli appartiene. Prima che un acuto romanziere, infatti, il professore fu poeta e la sua produzione è tra le più affascinanti e allo stesso tempo sconosciute. Come dimenticare i versi evocati dal viaggio in treno tra Bologna e Ferrara, lo stesso che il dottor Fadigati filtra dai suoi occhiali d’oro, oppure le suggestioni messe per iscritto negli anni della frequentazione della famiglia Caetani a Ninfa. Proprio sul Bassani poeta, Velletri Life Giornale e l’Associazione Culturale Sentieri dell’Anima hanno organizzato una serata evento per il prossimo 3 marzo 2017, vigilia del compleanno dell'autore delle Cinque Storie Ferraresi. Il format ormai consolidato prevede, nel raffinato salotto culturale messo a disposizione dalla presidente Tiziana Gubbini con la collaborazione della socia addetta alla comunicazione Serena Squanquerillo, la lettura di alcune delle più belle poesie di Bassani tratte dalle varie raccolte (tra cui L’alba ai vetri che racchiude il lavoro poetico dal 1942 al 1950) ad opera della magistrale Carla Petrella. L’attrice e regista veliterna sarà affiancata dal giornalista e studioso Rocco Della Corte, che invece si soffermerà sul contesto letterario in cui operava Bassani negli anni Cinquanta, gli stessi in cui doveva fare i conti con la dura realtà della provincia romana, da insegnante, amata e odiata allo stesso tempo. Dare voce alla poesia e inquadrare il contesto storico-sociale saranno dunque le due finalità di una serata che vuole riscoprire l’autore dell’Airone nella primigenia veste poetica che lo ha contraddistinto sin dagli anni giovanili. Al termine dell’evento, che avrà la durata di un’ora e quindici circa, spazio alla gastronomia con degustazioni ferraresi (piadine romagnole, dessert e altri piatti tipici). Si ricorda che l’iniziativa è a numero chiuso ed è quindi necessario prenotarsi con congruo anticipo, mandando un sms al numero 335 82 31 305. Nel frattempo anche Velletri ricorda Bassani il giorno prima del suo compleanno, legandosi ad una serie di iniziative nazionali, e sfatando una volta per tutte – qualora ce ne fosse ancora bisogno – il leitmotiv per cui gli studenti veliterni sono stati trattati «male» da quel poeta che era «simpatico e insieme un diavolo».


All'Aurora approda la "Scena con delitto", parola al regista Giuseppe Galantino: "Aspettatevi di tutto"

Il Teatro a Velletri continua a proporre spunti interessanti. La nostra Redazione ha intervistato Giuseppe Galantino, regista classe '90 ma già con un importante bagaglio esperienziale alle spalle, che proporrà con la sua Compagnia del Panda uno spettacolo che definire "innovativo"è poco.


VELLETRI - L'appuntamento è al Teatro Aurora per sabato 18 febbraio alle ore 18 e in replica alle ore 21.00. La "scena con delitto" presuppone che lo spettatore, attivo e coinvolto, scopra il killer che si cela sul palco e tra le poltroncine. Un'iniziativa nuova e diversa, che attrarrà giovani e meno giovani nello storico teatro veliterno per un'indagine stimolante. 


Giuseppe Galantino, può dirci quando e come nasce la Compagnia del Panda e perché ha questa denominazione? 

La Compagnia del Panda nasce nel 2010 come luogo fisico d’incontro di idee. Teatro, innovazione e passione le tre parole chiave. Il nome è arrivato “per strada”: un peluche di panda abbandonato sulla via per il teatro (l’Aurora, per la precisione). Subito l’intuizione: noi giovani che viviamo d’arte, come i panda, siamo in via d’estinzione; come quel peluche, spesso veniamo abbandonati a noi stessi; come quel peluche, avevamo bisogno di trovare una via e non una strada qualsiasi. Questo nome ci dà la forza per lottare contro le avversità, ricordandoci chi siamo. E poi i panda sono teneri: non vedo altro nome possibile. 

In cosa consiste il format che proporrete al Teatro Aurora il prossimo 18 febbraio? 

Immaginate di diventare Detective per un giorno: un caso intricato, indizi da seguire, prove da valutare, enigmi da risolvere. Perché rimanere passivi spettatori, come per la tv o il teatro classico, quando si può entrare nel vivo della storia? Il Detective (spettatore) entrerà a teatro e si godrà le scene: flashback, monologhi, dialoghi, confessioni. Avrà il proprio kit: fogli per appunti, penna e scheda assassino da compilare per accusare uno dei personaggi. Durante tutto lo spettacolo ci saranno dei momenti dove i protagonisti della scena potranno essere interrogati personalmente. Attenzione: sanno mentire. Entro la fine della partita dovrà essere elaborata un’ipotesi: assassino e movente. In caso di pareggio vale l’ordine di consegna. E chi scopre la verità vince. Si parla di una notte fuori per due, menù pizza e inviti per “Cena con Delitto”. 

Quanto lavoro vi è costato e cosa vi ha spinto ad inerpicarvi sulla strada di questo innovativo progetto?

Il lavoro dura anni. Si forma prima l’attore sotto il profilo dell’improvvisazione. Poi la costruzione, lo studio e l’interpretazione del personaggio. Scrivo personalmente ogni trama in modo tale che tutti i protagonisti siano coinvolti e papabili colpevoli. La scenografia è funzionale alla scena, il grosso sta nelle reazioni dei personaggi, il “peso” delle parole, le cose non dette e le bugie. La nostra direzione è sempre quella: innovare. Amiamo il teatro in ogni sua forma, ma stiamo vivendo, a livello locale e nazionale, una crisi di pubblico e, peggio, di idee. Tutto nasce dal fondamento che il pubblico voglia solo ridere, il grande nome o vedere musical: il pubblico si annoia. Perché andare a teatro quando ha piattaforme online e pay-tv a casa? Più che la forma manca la sostanza. Allora qui l’idea di sconvolgere gli spettatori con trame ricche di contenuti, format innovativi e un esercito di nuovi attori e attrici (dai 5 ai 71 anni) che abbatta la “quarta parete”. Un teatro per tutti. Un teatro di tutti. 

Cosa deve aspettarsi lo spettatore, che diventa a quanto pare parte attiva dello spettacolo? 

Deve aspettarsi di tutto, ponderare ogni ipotesi possibile e farsi trascinare dagli eventi. Conosciamo la timidezza o il senso di riservatezza che risiede in ognuno di noi: se si vuole interagire, si interagisce. Se si vuole osservare, si osserva. Noi giocheremo “contro” lo spettatore. In ogni caso è un format che ti permette di confrontarti con il prossimo, di fare incontri, di parlare: per esempio, questo format, con le cene diventa un’occasione unica di dialogo. Si stacca la spina accendendo il cervello. Ci si diverte e soprattutto… si rosica. L’unica cosa che non si aspetterà sarà la voglia di ritornare portando quante più persone possibile: chi sarà il migliore? 

Tre motivi per venire a Teatro a vedere questo evento... 

1 - È uno spettacolo nuovo, fresco e divertente: non annoia e riesce ad emozionare. Un’occasione unica. Uno spettacolo… differente! 
2 – È l’occasione giusta per scoprire la magnifica cornice veliterna del Teatro Aurora: biglietto economico (solo 10€), doppio turno (18:00 o 21:00) flessibile per ogni programma, e cast della Compagnia vincitrice di Prova di Regia 2016 (6 premi in 3 anni). 
3 – La gara, la competizione e la voglia di dimostrare di essere ottimi Detective! Con una notte per due persone come premio, un “tutti contro tutti” non può che essere il miglior incentivo per giocarsela a teatro. 

Da chi è composto il cast e chi vuole ringraziare per il lavoro messo in piedi? 

Il Cast è composto da me, Giuseppe Galantino, Aurora Elviretti, Sara Avallone, Daniele Consolo, Alessia Verdolino, Valentina Barrile, Matteo Brignone. Vorrei ringraziare Maurizio Catese e il Teatro Aurora, per l’opportunità, Fabrizio Mazzalupi, Aquerò e Veronica Brandizzi per il gemellaggio Nettuno-Velletri, tutti gli allievi del Laboratorio Teatrale di Nettuno grazie ai quali posso puntare a progetti ambiziosi. E un grazie sentito, il più grande, a Jessica De Almeida Fernandes per il suo supporto.

Trasferta in Croazia per il Toukon: un oro e un argento per Noemi Nicosanti reclutata in Nazionale

Un inizio del 2017 importante per il karate della squadra agonistica del Toukon che sfidando il tempo avverso ha partecipato a Samobor in Croazia al tradizionale Open di kata e kumite giunto alla 26° edizione svoltosi dal 13 al 15 gennaio. 


VELLETRI - Come di consueto, la competizione ha radunato come ogni volta un numero sempre più sorprendente di atleti, unitamente alle diverse squadre nazionali che utilizzano questa gara come test per i prossimi campionati europei: 23 Paesi, 1800 atleti con oltre 200 citta partecipanti.

Una grande esperienza di crescita e formazione per gli atleti della società veliterna Toukon guidati dal Maestro federale 5° Dan Luca Nicosanti che hanno rafforzato la formazione, nel confronto internazionale, nonché lo spirito di squadra godendosi anche qualche momento di meritato svago. Per il Toukon, alla conquista di Samobor sono partiti molti degli atleti di kumite – Colonnelli Alessio, Cecchetti Matteo, De Angelis Gabriele, Leoni Francesco, De Angelis Lorenzo, Capri Matteo, Riccardo Boccia, Nicosanti Ester e Pepe Giorgia insieme alla vice-campionessa europea Noemi Nicosanti convocata con la Nazionale Giovanile ed in raduno già dal 9 gennaio. Venerdì 13 gennaio hanno aperto la competizione Matteo Cecchetti e De Angelis Gabriele che nella categoria cadetti hanno combattuto ottimamente, fermati da un cedimento del ginocchio l’uno e da condizioni di salute non ottimali l’altro. Sabato è stata la volta delle categorie agonistiche dei più grandi. Ottima la prestazione di Alessio Colonnelli che a quattro mesi dalla ripresa dopo un lungo periodo di interruzione ha oltrepassato i confini nazionali per partecipare alla prima esperienza internazionale fermandosi in semi-finale di pool.
Domenica è stata la volta del kata e del kumite per le restanti categorie più giovani. Noemi Nicosanti in forza alla Nazionale ha conquistato un preziosissimo Oro con le due compagne di squadra con le quali rappresenterà nuovamente l’Italia al prossimo campionato europeo che si svolgerà a Sofia nel mese di febbraio. Nell’individuale, l’atleta veliterna ha conquistato la medaglia d’argento a distanza di una sola bandierina dall’oro. Nel kumite, gli atleti esordienti Matteo Capri e De Angelis Lorenzo, pur destreggiandosi bene sul tatami hanno vinto il primo incontro fermandosi al secondo a motivo della maggiore esperienza dei colleghi stranieri. Francesco Leoni, reduce da una meravigliosa stagione 2016, si testa bene in questa gara, anche se viene fermato al primo turno. Per un solo punto dall’atleta che ha poi conquistato il bronzo. Nella stessa categoria anche Riccardo Boccia che alla prima esperienza internazionale si destreggia bene sul tatami combattendo fino all’ultimo secondo disponibile. Buona la prestazione per Ester Nicosanti che ha tenuto banco per tutto l’incontro con 2 punti, incassando un punto fatale a pochi secondi dalla fine. Primo turno superato per Giorgia Pepe che domina l’incontro fermata ai ripescaggi. Bilancio positivo quello manifestato dal Maestro Nicosanti, in linea con gli obiettivi per la stagione 2017 appena iniziata. Ora si continua con gli allenamenti e tutte le esperienze associative presso l’unica sede del PalaBandinelli a Velletri, nell’ottica che la pratica del karate costruisca profondamente ogni atleta, ogni praticante, ogni persona.

Nuoto sincronizzato: gare FIN propaganda nella piscina di Civitavecchia

Per le Esordienti A è sceso in vasca il duo composto da Giulia Petrilli e Giada Iannuzzi. 


VELLETRI - Nove erano i doppi totali in gara. Le nostre ragazze sono state brillanti e sorridenti, ma soprattutto convinte. Non si sono lasciate impaurire da una spinta poco precisa, hanno proseguito e hanno portato a casa un buon esercizio. Per essere la loro prima volta insieme queste due ragazze promettono veramente bene.

A seguire è scesa in vasca la squadra composta da Giulia Petrilli, Giulia Perciballi, Giada Iannuzzi, Linda Bagaglini e Elena Turchetta. Con il supporto delle loro due compagnie Sofia Zaccagnini e Benedetta Pirocci che le hanno sostenute dagli spalti, hanno esordito con una spinta e eseguito un buon esercizio in sincronia; qualche imprecisione alla fine ma si sono fatte valere nonostante l'inferiorità numerica rispetto alle avversarie.
Nel pomeriggio in gara la squadra junior composta da Sofia Mancini, Giulia Monti, Noemi Calabrò, Silvia Della Vecchia e Michela Gentili. Le ragazze sono scese in vasca affrontando una buona concorrenza con grande coraggio. Imprecise nelle gambe iniziali e con qualche errore nel proseguo hanno eseguito un esercizio sufficiente. Sicuramente avrebbe potuto rendere molto di più. Nonostante tutto se la sono cavata dimostrando tanta grinta. Pareri positivi sul loro miglioramento sono comunque evidenti.

Consegnato in via definitiva lo stendardo di Sant’Antonio alla famiglia di Mario Luffarelli

Domenica mattina 29 gennaio, alle ore 10.30, a Lariano si è svolta la cerimonia di consegna dello storico stendardo di Sant’Antonio Abate assegnato la domenica precedente in via definitiva alla famiglia di Mario Luffarelli (per la somma battuta all’asta di 3150 euro). 

di Alessandro De Angelis


LARIANO - L’asta dello stendardo del Santo Protettore degli animali quest’anno ha avuto un significato particolare perché in occasione dei 25 anni dei festeggiamenti è stato assegnato in via definitiva. Dal prossimo anno ci sarà un nuovo stendardo.

Presso l’abitazione di Mario Luffarelli in via Napoli si è svolta la cerimonia alla presenza di una folta delegazione dell’associazione Cavalieri di Sant’Antonio e alla presenza di padre Domenico Aiuto, del sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti, il vicesindaco Sergio Bartoli, l’assessore Fabrizio Ferrante Carrante e tutta la famiglia Luffarelli che ha preparato il salone che accoglie lo stendardo nei minimi dettagli e nella devozione storica e religiosa.
La cerimonia di consegna ha visto l’intervento del sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti che ha fatto gli auguri alla famiglia Luffarelli. Poi è intervenuto Padre Domenico Aiuto che ha ricordato ed evidenziato l’importanza religiosa dell’assegnazione dello stendardo e la devozione storica per Sant’Antonio Abate e fatto i migliori auguri alla famiglia di Mario Luffarelli. Ci sono state poi le foto di rito con lo stendardo e il rito del taglio della bellissima torta preparata per l’occasione che ricordava appunto il 25° anno dei festeggiamenti a Lariano in onore di Sant’Antonio Abate. Auguri a tutta la famiglia di Mario Luffarelli.



Il Sindaco di Lariano consegna un encomio solenne al Brigadiere Pomarico che soccorse la signora Adele

A Lariano martedi pomeriggio presso la Sala Giunta del Comune di Lariano, si è svolta la cerimonia di assegnazione di un encomio solenne al brigadiere dei carabinieri della stazione di Ariccia Salvatore Pomarico che nella serata di Halloween intervenne in via Mechelli per salvare da un’aggressione la signora Adele Germani.

di Alessandro De Angelis


LARIANO - Dopo alcune settimane grazie alle indagini della stazione di Lariano e della Compagnia di Velletri venivano assicurati alla giustizia anche gli altre due soggetti, che armati di bastone e con maschere di Halloween massacrarono di botte l'indifesa signora Adele G. prima dell'intervento provvidenziale del carabiniere che stava rientrando in casa, portandogli via solo pochissimi soldi.
Il brigadiere Pomarico quella sera incontrò lungo le scale uno dei 3 ragazzi con una veste sporca di sangue e la maschera di Mask e dopo una vera e propria lotta senza esclusioni di colpi durata circa 20 minuti riuscì a bloccarlo e poi ad arrestarlo. L’encomio è stato conferito dal sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti in una celebrazione alla quale erano presenti: vari rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri ad iniziare dal comandante del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Frascati, Magg. Ugo Floccher, il comandante della Compagnia Carabinieri di Velletri capitano Giambattista Fumarola, il capitano della stazione di Ariccia maresciallo Gianni Coltellaro, rappresentanti della stazione Carabinieri di Lariano, agenti del Commissariato di Polizia di Albano, rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Lariano, del Comando della Polizia Locale e del generale Corrado Bottacci. Il sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti ha cosi aperto il suo intervento: "Un benvenuto speciale al brigadiere Salvatore Pomarico e alla signora Adele Germani che ho voluto questa sera al mio fianco. Appena appreso del brutale agguato e dopo essermi prontamente informato mi sono subito attivato per conferire un encomio solenne al brigadiere Salvatore Pomarico per essere intervenuto senza nessuna esitazione durante l’aggressione alla nostra concittadina avvenuta il 31 ottobre ad opera di alcuni ragazzi durante i festeggiamenti per Halloween.
Voglio salutare appunto la signora Adele che con grande coraggio i danni causati dalla terribile aggressione e stasera è qui con noi. Una donna forte che ha subito ripreso le sue attività e che con notevole coraggio ha dimostrato grande spirito di reazione. Proprio in questo brutto momento mi fa estremamente piacere premiare un uomo che è intervenuto senza remore in un frangente dove l’aiuto ad un’altra persona in difficoltà estrema è vitale. Si tratta nelle dovute proporzioni, di quello che sta accadendo in tutto il Centro Italia, nell’hotel di Rigopiano in special modo, dove con spirito di collaborazione molti militari, vigili del Fuoco, Protezione Civile e anche tanti volontari stanno lavorando senza sosta per aiutare il prossimo. Aiutare il prossimo è ciò che dovremmo fare ogni giorno per migliorare questa società e dare esempio ai nostri giovani”. Il sindaco è poi passato ai ringraziamenti “ Ringrazio il comandante provinciale dei Carabinieri di Roma Gen De Vita che ha comunicato nella giornata di ieri la sua impossibilità a partecipare e il suo apprezzamento per l’invito, il comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati ten. Col. Stefano Cotugno rappresentato questa sera dal Maggiore Ugo Floccher, il Comandante della Compagnia Carabinieri di Velletri capitano Giambattista Fumarola, il comandante della stazione Carabinieri di Ariccia maresciallo Gianni Coltellaro, il comandante della stazione carabinieri di Lariano Maresciallo Mauro Straffi rappresentato questa sera dal maresciallo Andrea Mancini per improrogabili impegni, l’associazione Nazionale Carabinieri sezione di Lariano nella persona del presidente Sergio Di Silvio, il Brigadiere Salvatore Pomarico e la sua famiglia, la famiglia Del Casi e in particolare la signora Germani Adele, il comando della Polizia Locale rappresentato dal comandante Alessandro Cartelli, gli agenti del Commissariato di Polizia di Albano, il generale Corrado Bottacci”. .È seguita la consegna dell’encomio solenne con la seguente motivazione: “Richiamato dalle grida di aiuto di una cittadina che si trovava in serio pericolo di vita poiché aggredita nel suo appartamento, con non comune determinazione, generoso altruismo e radicato senso del dovere, libero dal servizio, si avventava sul fuggitivo aggressore e lo catturava, azione del valore etico, civico e morale esemplare”. il comandante del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Frascati, Magg. Ugo Floccher ha ringraziato l’amministrazione comunale di Lariano e ha sottolineato l’importanza del valoroso intervento del brigadiere Pomarico ed evidenziato poi l’opera degli altri Carabinieri che indagando hanno assicurato alla giustizia gli altri due autori del gesto. Il sindaco Caliciotti ha consegnato un omaggio floreale poi alla signora Adele e poi c’è stata la lettura di una poesia “Mestiere del Carabiniere” a cura di Maurizio Gentili. La cerimonia si è chiusa con le foto di rito.

Marcello De Rossi: l’archivio professionale dell’architetto nella biblioteca “Umberto Mastroianni” del Polo "J. Romani"

Antonella, Roberta, Carla e Massimo De Rossi, hanno voluto versare nella costituenda Biblioteca “Umberto Mastroianni” del Polo Espositivo Juana Romani tutto l’archivio professionale del padre il mai dimenticato architetto Marcello, donandolo al Circolo Artistico “La Pallade Veliterna”. 

di Alessandro Filippi


VELLETRI - Viene messo a disposizione dei ricercatori e degli studiosi un fondo che raccoglie una cospicua raccolta fotografica delle opere realizzate da Marcello De Rossi nella sua lunga carriera professionale durata quasi un quarantennio. Marcello De Rossi è stato uno dei più importanti architetti italiani del secondo dopoguerra.

Laureato nel 1944, ha iniziato la sua carriera come urbanista ricevendo l’incarico del piano di ricostruzione edilizia di Velletri. Non era quello un compito facile, con una città totalmente in macerie, ebbe la forza di ripensare una città totalmente diversa, andando a toccare la pianta urbana, cercando di adeguarla all’arrivo delle automobili. Non c’era molto da fare, ha cercato di valorizzare quel poco che si era salvato migliorandone l’estetica dal punto di vista architettonico. I lucidi del piano di ricostruzione già esposti all’interno del Polo Espositivo “Juana Romani” testimoniano questa sua volontà purtroppo attuata solo in alcune zone della città e sfatano definitivamente la colpa più grande che la storia gli attribuisce quella della distruzione di Palazzo Ginnetti. La nuova piazza Cairoli era stata progettata in funzione del Palazzo Ginnetti che doveva essere recuperato e restare a fondo della piazza, tanto che dove è stato possibile sono stati eseguiti degli arretramenti per poter centrarlo meglio.

Come urbanista ha lavorato anche ai due piani regolatori generali di Velletri del 1953 e del 1973 sui quali si è svolta l’intera opera di ricostruzione. Importanti invece sono le opere realizzate fuori Velletri e mi riferisco all’ampliamento di Aprilia. Nel campo dell’edilizia portano la firma di Marcello De Rossi importanti strutture Alberghiere come quella di S. Felice Circeo e quella di Aprilia, Federico Zeri sulla storia dell’Architettura Italiana ha pubblicato lo Chalet Ninfea di Sabaudia e altre opere. Nel campo dell’edilizia sanitaria vanno segnalate le numerosi sedi Inam e la Clinica San Marco a Latina. Meritano attenzione le steli alle Vittime Civili di Velletri e di Aprilia realizzate in collaborazione con lo scultore Luigi Gheno. Avere a disposizione questo fondo è per la Biblioteca del Polo Espositivo motivo di orgoglio soprattutto perché ci consente di conservare la memoria di un grande uomo e poi perché tutti possono conoscere la sua opera e magari gli studenti di architettura farla oggetto della loro ricerca. Un grazie di cuore ai figli dell’Architetto per questa dimostrazione di stima e di affetto nei nostri confronti e nei confronti della nostra realtà dove il preside vive ancora.

L'angolo del Computer: dischi allo stato solido: una soluzione per ringiovanire i vecchi computer

In questi ultimi anni si sono affacciati sul mercato gli hard disk allo stato solido come soluzione alternativa agli hard disk “tradizionali” meccanici. 

di Stefano Ruffini


Gli hard disk allo stato solido o SSD (acronimo di Solid State Drive) sono delle unità formate da circuiti integrati (insieme di transistor ed altri componenti) dove vengono memorizzati i dati. Sono diversi dagli hard disk tradizionali in quanto non hanno parti meccaniche (piatto, testina, braccetto mobile e motore elettrico) e per questo sono resistenti agli urti e alle usure fisiche.
Sono i parenti più affidabili e sofisticati delle memorie all’interno delle chiavette USB, dei cellulari o dei tablet. Altre caratteristiche favorevoli sono la silenziosità, il minor calore generato ed un consumo di corrente bassissimo utile nei notebook quando sono alimentati a batteria. Non necessitano di deframmentazione ed hanno dimensioni ridotte pari ad un disco da 2,5”. Ma la loro superiorità sta soprattutto nella velocità di scrittura e lettura dei dati, decine di volte superiore a qualsiasi altro disco tradizionale, caratteristica che li candida ad essere il sostituto d’eccellenza nella catena dei “colli di bottiglia” che rallentano un computer. Esistono anche modelli più piccoli e più veloci che si collegano alla scheda madre nell’alloggiamento PCI express, per intenderci dove vengono installate le schede video (o altre schede) nei pc desktop, che però non tratterò in questo articolo. Attualmente gli SSD fanno parte della dotazione standard dei soli pc e Mac di fascia alta ma nulla vieta di installarlo autonomamente in un computer di fascia media o bassa, magari un po’ datato. Personalmente ne ho installati una decina ed ho potuto constatare i netti benefici. Vediamo adesso i “contro” rispetto i dischi meccanici. La vera e propria nota negativa risiede nel prezzo; gli attuali dischi SSD hanno un costo maggiore dei tradizionali e più aumenta la capacità di memorizzazione e più in proporzione aumenta il divario dei prezzi. Fortunatamente, grazie all’ottimizzazione dei processi di produzione e alla loro diffusione, questo divario sta scendendo di anno in anno e non è lontano il giorno in cui i prezzi delle due tecnologie si incontreranno. Gli altri “contro” sono per me tutti trascurabili. Si parla di una minore durata degli SSD: minore solo in teoria, in quanto per motivi meccanici, sballottamenti, picchi di calore e stress vari succede spesso che a morire siano prima i dischi tradizionali. In ogni caso la durata media di un SSD è molto alta ed è monitorabile con programmino liberamente scaricabile dai siti dei produttori; per fare un esempio pratico il mio pc è dotato un disco solido di prima generazione, tra quelli più economici dell’epoca e, dopo 6 anni di uso quotidiano (compreso editing video, costruzione di siti web, ecc.), risulta essere al 99% della sua “vita”. La durata di un SSD è data dalle operazioni di scrittura (mai da quelle di lettura). Infatti le singole celle, quelle formate dai transistor contenuti nei circuiti integrati, hanno un numero “relativamente” limitato di scritture superato il quale non è più possibile utilizzarle: questo fatto comunque non comporta perdita di dati ma solo limitazioni graduali di capacità in termini di byte. Questa “relativa” limitazione nelle scritture, assolutamente trascurabile nell’uso normale di un computer, insieme al costo elevato degli SSD di grandi capacità fanno si che l’unico (per ora) uso sconsigliato sia come disco di frequente backup o di archiviazione di grosse moli di dati. Anche riporre un SSD in un cassetto per molto tempo senza usarlo può essere una pratica scorretta; gli SSD hanno bisogno per mantenere i dati di un minimo di carica elettrica; se questa con il tempo ed il calore ambientale si esaurisce, gli hard disk possono perdere dati (ma non si guastano, si potranno comunque riutilizzare). Anche questo problema riguarda casi limite in quanto il degrado “statistico” inizia dopo circa due anni a temperatura non superiore ai 30 gradi, temperature maggiori però possono accorciare questo tempo anche di parecchio. Poiché gli svantaggi, come descritto, riguardano solo alcuni casi particolari, consiglio a chiunque sia un po’ “smanettone” di installare gli SSD sui propri computer; uno singolo sui notebook, mentre sui desktop l’abbinamento ideale è un SSD per il solo sistema operativo e programmi (C:) ed un secondo hard-disk (D:) meccanico di grande capacità per i soli dati (foto, video, musica) e backup; la modifica gioverà anche ai vecchi computer! L’unico requisito per l’installazione degli SSD è avere il controller del disco di tipo “SATA” (e non ad esempio il vecchissimo IDE); i computer equipaggiati di controller “SATA” esistono da più di una decina di anni quindi nella maggior parte dei casi l’installazione sarà possibile. Per essere sicuri di disporre di un controller “SATA” (in parole povere per verificare che ci sia l’attacco giusto dell’ hard disk sul computer) consultare le caratteristiche tecniche della propria macchina o leggere: https://it.wikipedia.org/wiki/Serial_ATA. Con meno di 100 Euro (anche molto meno) si può acquistare un SSD da 500 Gb. Per sostituirlo ad un disco fisso meccanico esistente senza perdere i dati è sufficiente clonarlo. A questo proposito ci sono programmi che partendo da un Cd masterizzato o acquistato eseguono la clonazione. Alcuni sono gratuiti (Clonezilla), altri a pagamento (Acronis True Image), alcuni permettono di clonare un disco solo se il sorgente (l’hard disk meccanico) è della stessa capacità o più piccolo del disco target (SSD), altri, più sofisticati, riescono a clonare un disco anche quando il target è di minore capienza a patto che il sorgente non sia completamente pieno di dati. Questi software sono inoltre inclusi nei KIT di “aggiornamento” insieme agli SSD; infine esistono delle basi chiamate “docking station”, solitamente usate per collegare gli hard disk “sfusi” ai computer via USB, che hanno due alloggiamenti SATA ed un pulsante con quale è possibile clonare in maniera rapida due hard disk senza dover usare alcun software.

Il Vangelo dal Volto Umano: "Prediche senza luce", V Domenica T.O. – A a cura di don Gaetano Zaralli

TESTO
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.(Mt 5,13-16)



COMMENTO
…ma se il sale perde il sapore…?
Se con la semplicità dei bambini fossimo capaci di cogliere i comportamenti di chi ci sta vino, soprattutto nell’ambito della famiglia e, perché no, anche là dove il cristianesimo si esprime come autentica comunità di battezzati, forse potremmo decidere con maggiore libertà se il sale delle nostre cucine dà ancora sapore agli affetti, alle relazioni interpersonali, alle scelte responsabili e a quell’insieme di cose che fanno la vita.
Ma non siamo bambini, né tanto meno ci è facile imitare la loro semplicità, per cui, arzigogolando spiegazioni  e inventando pretesti vari, riusciamo a far sì che i nostri comportamenti, specie quelli coperti da una comoda privacy, possano farla franca al filtro della moralità comune che giustifica ormai a cuor leggero un’etica per lo più sgangherata.
Se nelle segrete stanze di chi comanda accadono fatti vergognosi, è difficile riconoscere, poi,  nelle sedi ufficiali il volto dell’onestà, perché nottetempo il sale, che deve dare sapore ad ogni attività, ha cambiato natura…
Se in una Chiesa, dove è fin troppo facile parlare di pedofilia, dove gli interessi materiali coinvolgono con troppa leggerezza i direttori e i fruitori di una banca, si cerca la verità, non sarà mai possibile diradare le nubi del dubbio e mai eventuali buone opere compiute da umili persone splenderanno al sole…
Quando la pressione è elevata, e potrebbe mettere a dura prova il cuore, si consiglia di mangiare sciapo: i liquidi non vengono trattenuti e nell’organismo si ristabilisce l’equilibrio desiderato… Ciò che è opportuno fare per la salute del corpo è assolutamente vietato farlo per il bene della mente.
Che ve ne fate di un cristiano privo di entusiasmo e con la pressione ai minimi sopportabili, incapace perciò di indignarsi quando i curatori di coscienze vivono, loro per primi, nel vuoto delle formalità e nella superbia di quel futile autoritarismo che riescono a racimolare?
Che ve ne fate di quei cittadini seduti inebetiti nei salotti delle bugie, senza la voglia di gridare a chi li governa di vergognarsi per le porcherie che si compiono dietro i paraventi del “privato”?
Il sale che ha perso sapore, viene sparso in abbondanza sulle strade dell’indifferenza e l’indifferenza resta lì a digerire l’accozzaglia di gente che si muove goffamente con la poltrona appiccicata al sedere.

“Voi siete la luce del mondo…
Quanta luce viene sacrificata alla falsa umiltà di falsi santi…
Quanta luce viene tenuta a bada da chi, forte del proprio potere e fragile nella stima di se stesso,  ha paura di soccombere sotto il peso delle risorse altrui… Il capo che per essere “primo” si circonda di mezze calzette, sarà “ultimo” nella considerazione di chi cerca di essere illuminato.
“Il sole si è offuscato”, diciamo, quando vogliamo fare intendere che le cose non vanno… Il Vangelo ha perso “credibilità”, si dice nel momento in cui scarseggia l’autenticità in chi lo predica.
Basterebbe diradare le nubi delle convenienze e delle ipocrisie, per vedere i raggi luminosi  della verità invadere di nuovo il mondo.

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Tratto da:
“Un vangelo dal volto umano” di Gaetano Zaralli - Ed. Aracne

Unitre Velletri, una giornata di spessore con il seminario a Palazzo Romani

L'Unitre Velletri porta a casa un risultato importante con il seminario che si è svolto nell'Aula Magna dell'Unipegaso durante la giornata di venerdì 3 febbraio.

di Rocco Della Corte

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Nicola Giordano
VELLETRI - Impegno, condivisione dei progetti, missione per la cultura: queste e tante altre le parole chiave di un incontro fondamentale per le linee programmatiche dell'Unitre, sia veliterna che nazionale. Promotori di questa iniziativa sono stati proprio i vertici dell'università veliterna, a cominciare dalla presidente Sara Gilotta (assente per motivi personali) e così la nostra Redazione ha intervistato Nicola Giordano, vice-presidente che ha fatto gli onori di casa accogliendo gli ospiti a Velletri, e Biancamaria Berardi, direttrice dei corsi, che ha seguito attentamente i lavori e partecipato all'organizzazione con costanza e dedizione. Il risultato dell'iniziativa è stato un evento partecipatissimo e di qualità, con la viva  e meritata soddisfazione del direttivo di Velletri. Ecco, intanto, le risposte degli interpellati. 
Che importanza ha un simile evento, organizzato a Velletri, per l'istituzione accademica dell'Unitre? 

Nicola Giordano:"Notevole. L'Unitre di Velletri viene finalmente non solo conosciuta a livello locale ma anche Regionale esprimendo al meglio le sue potenzialità di centro aggregativo e culturale, contribuendo in tal modo a realizzare la costruzione dell'Accademia dell'Umanità, sancita dallo Statuto". 

Biancamaria Berardi: "Un evento simile è importantissimo per conoscere e farsi conoscere, sia a livello regionale che nazionale, vista anche la presenza del presidente. E' emersa una volontà comune di creare sinergia tra le Unitre più grandi e quelle più piccole, tutte accomunate dal desiderio unico di unire questa 'famiglia allargata' che condivide gli stessi desideri e gli stessi intenti protesi verso il mondo della cultura e dello stare insieme". 

Qual è il messaggio più significativo che emerge dall'evento con tutte le Unitre del Lazio? 

Nicola Giordano:"Il messaggio non può che essere quello umano, sociale e culturale nell'interesse della nostra bella Velletri". 

Biancamaria Berardi:"Il messaggio più significativo riguarda la fratellanza, l'unità e la partecipazione delle Unitre oggi presenti. Si è parlato molto di collaborazioni e di progetti condivisi, come per esempio l'idea di organizzare uscite didattiche unificate. Sono tutti spunti da tenere in considerazione". 


Quali sono le prospettive che si aprono per l'Unitre di Velletri? 

Nicola Giordano:"Le prospettive sono quelle di fornire con l'aiuto del Nuovo Direttivo e del Corpo Docente un percorso di crescita sempre rispondente alle mutate esigenze sociali, avendo sempre di mira la cooperazione umana e socio-culturale con altre realtà del territorio nell'interesse della città, ponendo in essere sempre nuove, moderne, innovative ed interessanti strategie didattiche ed umane". 

Biancamaria Berardi:"La prospettiva è quella di migliorarsi e crescere, dobbiamo aumentare le iscrizioni e fare gruppo, anche intercettando nuovi studenti dalle città limitrofe dove non c'è una sede. Anche aprire altre sedi sarebbe bello: importante è diffondere l'istituzione Unitre e incrementare i gemellaggi, o comunque pensare iniziative che coinvolgano più persone possibile. Ci teniamo a precisare la varietà e la qualità delle materie e degli insegnanti, davvero di alto livello".

Tutte le Unitre del Lazio si ritrovano a Velletri: riunione di coordinamento presso l'Aula Magna UniPegaso

La mattina del 3 febbraio, presso l’Aula Magna dell’Università Telematica Pegaso di Velletri, si è svolta la riunione di coordinamento dell’Unitre con la partecipazione dei presidenti e delegati dei poli del Lazio. 

di Valentina Leone


VELLETRI - Nella cornice cinquecentesca di Palazzo Romani, sede dell’UniPegaso che ha offerto i locali e l’assistenza tecnica, ha avuto luogo l’assemblea dei massimi rappresentanti delle Università delle Tre Età della Regione Lazio, fortemente voluta dalla dirigenza dell’Unitre di Velletri guidata dalla Presidente Sara Gilotta, dal Vicepresidente Nicola Giordano e dalla Direttrice dei corsi Biancamaria Berardi.
L’evento rientra in un progetto più ampio di incontri organizzati dall’Unitre di Velletri, sempre più propensa nel suo ruolo accademico ad aprire le frontiere in un’ottica non provinciale pur rimanendo a stretto contatto con la dimensione propria della città. Il Vicepresidente Nicola Giordano, tramite dei saluti della Presidente Gilotta, ha inaugurato in qualità di ospitante l’incontro, esprimendo l’onore di poter accogliere per la prima volta a Velletri un avvenimento di tale importanza ai fini dello sviluppo in divenire delle attività promosse dalle Unitre sul suolo nazionale. L’intervento di Maria Ruffino, presidente Unitre del Lazio e consigliere nazionale, ha da subito sottolineato l’importanza della folta e qualificata rappresentanza delle Unitre regionali presente in sala, in risposta alla necessità di un coinvolgimento attivo da parte di tutte le realtà vive sul territorio. Il discorso si è spostato dunque sui motivi dell’organizzazione di incontri come quello di Velletri, occasioni per scambiare esperienze ed evidenziare problemi, ma anche utili a creare sinergie e collaborazioni tra le Università delle Tre Età, programmando attività comuni e approfondendo anche le nozioni di natura normativa per chiarire gli oneri tributari e fiscali in luce degli scenari che si apriranno con la legge-delega.
Nel discorso sono emersi con forza i punti che devono essere comuni al progetto Unitre, ovvero conoscenza, condivisione e partecipazione, pilastri di una istituzione del sapere che sta assumendo sempre più un profilo europeo, nel tentativo di favorire, anche attraverso l’adesione all’Age Platform Europe, l’elevazione della qualità di vita degli anziani. Il presidente nazionale dell’Unitre Gustavo Cuccini, dopo aver ringraziato per l’accoglienza veliterna, ha lanciato diverse proposte per inserire le iniziative culturali e sociali promosse dalle Unitre del Lazio all’interno dei progetti di livello nazionale di questo anno accademico. Una viva adesione è stata richiesta per l’esibizione dei cori Unitre che si terrà a Fiuggi il prossimo 6 maggio; mentre ancora da definire è l’organizzazione di un festival teatrale delle compagnie formatesi presso l’Unitre, con spettacoli diffusi su più luoghi che verranno inclusi sul cartellone nazionale. Il presidente ha anche annunciato l’avviamento di una collaborazione insieme all’Università di Oxford, con cui si intende costruire una mostra fotografica virtuale sul cinema italiano dei primi del Novecento per la quale è indispensabile il contributo di ciascuna Unitre. Sul solco di una memoria del passato da ravvivare si innesta anche l’invito a presenziare alla giornata di studi sulla Grande Guerra che si terrà il 24 maggio nell’Aula Magna del liceo “Giulio Cesare”, base dell’Unitre romana, con la presentazione dei ricordi locali rimasti del primo conflitto mondiale. Per ultima è stata richiamata l’attenzione sul bisogno di essere presenti alle sedute che si terranno per rinnovare gli organi interni dell’Unitre, in modo tale che possano giungere voci sempre diverse e ci sia una rappresentazione non passiva. Nella seconda parte dell’incontro la parola è passata ai rappresentanti delle Unitre del Lazio, ciascuno dei quali ha portato e trasmesso collegialmente la propria esperienza di lavoro, sottoponendo i propri problemi e avanzando proposte in un proficuo scambio di idee. La Presidente della Unitre di Roma, la Professoressa Chiara D’Alessandria, ha rinnovato l’esortazione a partecipare all’incontro primaverile sulla Prima Guerra Mondiale, offrendo ampia disponibilità ad accogliere gli interventi più diversi. La portavoce dell’Università delle Tre Età di Marino, ricordando il prossimo rinnovamento del Direttivo, ha letto una lettera scritta dal Presidente Marcello Zega incentrata su un ritorno allo spirito fondante dell’Unitre di consentire a chi non ha potuto di proseguire gli studi, ai docenti di confrontarsi con studenti interessati. Il messaggio marinense, condiviso dalla rappresentante dell’Unitre di Ariccia, ha trovato esatta espressione nella presentazione di Alberto Raponi, Presidente della giovane sede di Sermoneta, che ha prospettato un ciclo di conferenze su Medioevo, per aderire al contesto territoriale, e sulla salute in età avanzata volte a far conoscere e diffondere la neonata associazione universitaria. Il Presidente Marcello Orlandi di Subiaco, anch’esso in rappresentanza di una sede di recente fondazione, ha espresso la totale adesione ai progetti di ordine nazionale, esponendo l’intenzione di ripercorrere i passi di San Benedetto, con il coinvolgimento delle Unitre di Perugia, Roma, Subiaco, Frosinone, per studiare in un primo tempo la diffusione in Italia del messaggio benedettino e, nel corso del prossimo anno, la permeazione europea. Santa Bertucciotto, Presidente dell’Unitre di Zagarolo, ha invece mostrato l’impegno proteso a invogliare sempre nuovi iscritti, anche con la pubblicazione di contributi e studi specifici, e a far conoscere la propria città con convegni e accordi con le Unitre di Ostia antica e Frosinone. La sede di Albano, nata da una costola dell’Unitre di Marino, ha avuto come relatore il Presidente Ferdinando Onorati, il quale ha esternato la volontà di dedicarsi come associazione allo sviluppo del territorio e di far partecipare la popolazione a un progetto di riabilitazione urbana, coinvolgendo gli iscritti e i futuri studenti con l’introduzione di corsi innovativi come quelli dedicati all’artigianato. Maria Pia Chiusolo presidente dell’Unitre di Ciampino, tra le più antiche del Lazio con ventisei anni di lavoro e tra le più frequentate con i suoi seicento iscritti, ha espresso la richiesta di trovare uno spazio per esporre i lavori artistici realizzati a livello regionale e di formare un team in grado di intensificare la comunicazione delle iniziative organizzate. D’altro canto Alberto Gozzella, Presidente di Civitavecchia, ha problematizzato il traguardo del trentesimo anno di attività dell’Unitrè, evidenziando l’esigenza di rinnovare i programmi tradizionali con l’inserzione di corsi di ginnastica posturale, di bridege, di lingua inglese e tedesca, di informatica e molto altro. Infine dal Presidente Raponi di Sermoneta è giunta l’idea di creare una Casa dell’Unitre, raccogliendo le proposte giunte anche da altre Unitre, per conservare i contributi di tutti senza che si perdano. Dall’incontro sono emerse numerose prospettive future per le attività dell’Unitre, ancora più significative per lo stimolo, affiorante in ogni intervento, a creare una rete di connessione tra le diverse sezioni sparse per il territorio regionale, una leopardiana «solidal catena» che ha confermato a Velletri la poliedricità e la capacità di metamorfosi di una istituzione universitaria come l’Unitre.

GALLERIA FOTOGRAFICA 
SESSIONE MATTUTINA DEL SEMINARIO UNITRE
a cura della dott.ssa Valentina Leone per Velletri Life


































































Seminario di studi Unitre con illustri tributaristi nell'Aula Magna Unipegaso

Nel pomeriggio di venerdì 3 febbraio si è tenuto, nell’Aula Magna dell’Università Telematica Pegaso di Velletri, il primo seminario di studi organizzato dalla Università delle Tre Età di Velletri. 

di Valentina Leone


VELLETRI - La giornata di studi, dedicata alla Responsabilità e adempimenti fiscali e tributari dell’Aps (Associazione Promozione Sociale) nell’ambito della normativa vigente e nella prospettiva configurata della Legge delega n. 106/2016, è stata organizzata dalla sede veliterna dell’Unitre e ha visto l’intervento di relatori altamente competenti, che hanno saputo veicolare al nutrito pubblico nozioni specialistiche e spesso comprensibili solo agli addetti ai lavori.
All’inizio dell’incontro, dopo i saluti da parte della Presidente dell’Unitre Sara Gilotta fatti per voce dell’avvocato Patrizia Ciccotti, sono stati conferiti ai relatori delle targhe come omaggio per la disponibilità e le competenze messe a disposizione in questa manifestazione diretta a ragguagliare sulle recenti novità sopraggiunte con il passaggio alla nuova normativa della Legge delega n. 106/2016 i membri delle Unitre della regione Lazio e gli esterni interessati alla struttura delle associazioni Non-profit. Il Dottor Massimo Pallocca, tributarista e sociologo nonché collaboratore dell’UniPegaso in qualità Cultore della Materia in Storia Economica, ha avvicinato il pubblico alla nozione di Terzo Settore, definibile come il complesso di enti privati destinati ad affiancare lo stato nelle varie attività civiche, sociali, culturali ed anche economiche. La lettura del Dottor Pallocca si è soffermata in particolare, con un attento esame delle modifiche normative articolo dopo articolo, sulla semplificazione delle agevolazioni fiscali promosse dalla riforma del terzo settore, mettendo in risalto la centralità riservata per la prima volta all’impresa sociale che farà la differenza nel sistema economico dei prossimi anni. La Legge delega si preannuncia, dunque, come un primato tutto italiano perché, anticipando una normativa ancora inesistente in Europa, valorizza un modello che antepone l’importanza all’individuo al capitale e prospetta un nuovo inizio per il futuro. L’Avvocato Emiliano Covino ha trattato l’aspetto riguardante i requisiti fiscali per il godimento delle agevolazioni tributari per gli Enti non commerciali, con apertura sulle conseguenze in caso di perdita dello status. La chiara suddivisione dei requisiti formali e di quelli sostanziali per godere delle agevolazioni fiscali ha reso esplicita la trasparenza sulla quale si deve reggere una associazione come l’Università delle Tre Età, portatrice di un servizio di diffusione della conoscenza senza scopo di lucro. Infine l’Avvocato Luca Piccolantonio ha concluso il seminario con un intervento sugli aspetti giuridico-fiscali degli enti non commerciali, sottolineando il vincolo legale per una associazione culturale di preservare la preponderanza del proprio connotato originario senza far prevalere una eventuale attività commerciale parallela. L’analisi si è inoltre approfondita sui possibili risvolti che potrà avere la Legge delega n. 106/2016 e ha ipotizzato, con la necessaria cautela, i possibili scenari che potrebbero derivare da un effettivo recepimento della normativa. Il dibattito finale, che ha visto l’ampia partecipazione del pubblico toccato nel vivo, ha sancito il successo di un convegno specialistico carato sulle esigenze pratiche che ha portato prestigio all’Unitre di Velletri e alla città stessa, portando sul tavolo dei relatori nomi illustri e attirando sul territorio veliterno i membri delle Unitre provenienti dalle altre sedi del Lazio.







































Scuola materna Marconi, l’assessore Mattacchioni: ”Allarme chiusura della Marconi? Voci prive di fondamento”

Intensa e proficua seduta di consiglio comunale venerdì pomeriggio scorso a Lariano. Molti i punti all’ordine del giorno. 

di Alessandro De Angelis


LARIANO - L’assise si è aperta con un minuto di raccoglimento per le vittime della tragedia di Rigopiano e in ricordo della Ricorrenza del 27 gennaio giornata della Memoria. Si è iniziato con un’interrogazione sui lavori alla Scuola Collodi alla quale ha risposto l’Assessore Mattacchioni: “Abbiamo iniziato i lavori presso la Collodi per la realizzazione di due nuove aule che saranno in funzione per il prossimo anno scolastico, con trasferimento di due aule della materna Marconi di Colle Cupellone.
Lavori iniziati nel periodo di gennaio in vista del periodo di iscrizione alla scuola materna previsto per il 15-16 gennaio. Lavori che dovranno essere completati. A tal riguardo vorrei subito fare una precisazione per far chiarezza sulle voci che sono girate nelle settimane scorse di una possibile chiusura della Materna Marconi con addirittura delle raccolta firme. Ogni voce relativa a riguardo è totalmente infondata. Vorrei rassicurare tutti che la scuola materna Marconi di via Garibaldi non chiuderà. In pratica è previsto soltanto lo spostamento dal prossimo anno scolastico di due aule presso la scuola Collodi di Via Napoli, una classe che è già esistente e una che sarà composta di ragazzi che si iscriveranno per il prossimo anno scolastico. Non c’è nessun allarme chiusura per la scuola dell’infanzia Marconi”. Si è parlato anche di piano di sosta cittadino. L’assessore Fabrizio Ferrante Carrante ha evidenziato che la novità introdotta per i parcheggi gratuiti per 45 minuti per i diversamente abili sugli stalli blu ha avuto un positivo riscontro e si è allo studio di altre iniziative per migliorare il piano di sosta senza aumentare il numero dei stalli a pagamento. Il consiglio comunale ha votato all’unanimità un ordine del giorno con il quale “esprimendo soddisfazione per l’introduzione misura dei 45 minuti di parcheggio gratuito per i diversamente abili sugli stalli blu, chiede di verificare complessivamente il Piano di Sosta e ove possibile aumentare i posti per la sosta per i diversamente abili”. Altro punto interessante era quello relativo alla questione dell’impianto biogas che dovrebbe sorgere in zona Colubro. La minoranza ha presentato una mozione per chiedere delucidazioni. Ricordiamo che il consiglio comunale di Lariano con un apposito ordine del giorno del 30 settembre del 2016 aveva espresso all’unanimità un parere contrario alla realizzazione di quell’impianto affermando l’inopportunità e incompatibilità dell’opera nella zona. Il sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti è intervenuto in merito affermando: ”Su tale questione è nostro dovere proseguire la strada già intrapresa ribadendo ciò che abbiamo già affermato nel precedente ordine del giorno e cioè considerare contrario alla vocazione naturale del territorio un impianto del genere. Non possiamo entrare nello specifico delle relazioni tecniche. Dobbiamo aver fiducia nelle istituzioni. Noi abbiamo il dovere di confermare con un nuovo ordine del giorno quanto già espresso in precedenza e inviarlo alla Regione Lazio presso l’assessorato all’Ambiente e per conoscenza al Comune di Artena, chiedendo anche il perché Lariano non è stata invitata alla conferenza dei servizi”. Desiderata del Sindaco che si è manifestato con un ordine del giorno votato all’unanimità.

Quindici lauree per un guinnes invidiabile: Luciano Baietti dottore in Scienze Turistiche

Il recordman della cultura arriva a quota 15. E’ questo il numero delle lauree che hanno permesso al professor Luciano Baietti di entrare ufficialmente nel Guinness World Record per un primato mondiale.


VELLETRI - Il veliterno, settant’anni appena compiuti, continua a colpire a spada tratta con l’arma della volontà in un’Italia dove piangersi addosso sembra sempre più facile. Il 15esimo titolo accademico del prof. (Laurea in Scienze Turistiche”) è stato conseguito lo scorso primo febbraio a Napoli, presso il Complesso Monumentale di Santa Chiara.
Tesi di laurea del professore, sotto la supervisione della docente Ada Manfreda, è stata “Ponte Galeria ovvero un caso simbolo per una retrospettiva sui centri di prima accoglienza”, elaborato che prende le mosse da un’importante esperienza di vita di Luciano Baietti, ovvero la direzione del centro di Ponte Galeria nel 1998. “La vera sfida per me” - ha spiegato il prof. anche in sede di discussione di tesi -  “dopo aver conseguito 14 lauree in maniera “tradizionale”, è stata quella di misurarmi con le tecnologie telematiche, un mondo che per la mia generazione potrebbe apparire del tutto nuovo”. Sposato e con un figlio di 22 anni, Luciano non ha smesso neanche per un momento di credere nei suoi sogni e quest’ultimo traguardo è un ulteriore esempio di come il termine “arrendersi” non faccia parte del suo vocabolario. Sincere congratulazioni al 15 volte “dottore” Luciano Baietti, dunque, a cui si associa l’augurio per ulteriori e ancora più floride soddisfazioni.

Padre Italo Laracca, il ricordo di “Padre Curato” a venti anni dalla scomparsa con inedite testimonianze video

L’Associazione “Padre Italo Laracca” ha organizzato un doppio appuntamento per ricordare i venti anni della scomparsa di “Padre Curato”, avvenuta il 14 febbraio del 1997. 


VELLETRI - Innanzitutto si terrà un incontro pubblico giovedì 9 febbraio, a partire dalle ore 17, nella Sala Tersicore del Palazzo Comunale. Sarà un momento di ricordo condiviso che vedrà protagoniste delle inediti immagini video, corredate da interviste originali, che guideranno i presenti alla scoperta dell’uomo, del sacerdote e del benefattore.

Un approfondimento dovuto, che mira a diventare – una volta reso definitivo – un tassello fondamentale della memoria collettiva veliterna. All’incontro interverrà il Vescovo della Diocesi di Velletri-Segni S.E. Mons. Vincenzo Apicella e, con i propri ricordi personali e alcune riflessioni, l’avvocato Renato Mammucari e la giovane professoressa Barbara Martella. Figure diverse e di generazioni lontane queste ultime, entrambe però affascinate dalla figura carismatica di “Padre Curato”. L’Associazione spera in una partecipazione numerosa della cittadinanza, chiamata a ricordare e onorare la memoria di un personaggio illustre, cittadino onorario di Velletri, medaglia di bronzo al valor militare oltre ad essere stato insignito della Croce pro Ecclesia et Pontifice e, dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone, dei titoli di Commendatore e Grande Ufficiale della Repubblica. La parte più intima e strettamente religiosa delle commemorazioni si terrà invece a San Martino, la parrocchia dove Padre Italo Laracca visse quasi totalmente la sua esperienza umana e sacerdotale, in buona parte insieme al fratello Luigi scomparso prematuramente negli anni Settanta. Proprio nella chiesa dei Padri Somaschi l’Associazione “Padre Italo laracca” si riunirà domenica 12 febbraio per assistere alla Santa Messa officiata dal Vescovo Apicella, in occasione della festa di San Girolamo Emiliani ispiratore dell’opera della Congregazione Somasca. Come ogni anno l’appuntamento sarà anche il momento, del rinnovo del Tesseramento dell’Associazione e del successivo pranzo sociale, che si terrà nel ristorante “Casale della Regina”.
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